Alcuni prodotti dell’industria alimentare, farmaceutica e chimica necessitano di preservare una temperatura bassa e costante in modo da evitare un’alterazione irreversibile delle proprietà. Uno shock termico, infatti, comprometterebbe in maniera seria la qualità e la sicurezza dei prodotti coinvolti.
A tale scopo, l’uso di pannelli isolanti e giunti ad elevate prestazioni e una corretta coibentazione degli ambienti costituiscono le principali soluzioni tecniche da adottare già in fase progettuale.
Dallo stabilimento di produzione al punto vendita si susseguono vari passaggi che chiudono un ciclo definito catena del freddo.
Ma cos’è la catena del freddo?
Si tratta di un ciclo che serve ad assicurare una sinergia all’interno di una filiera integrata per garantire la conservazione delle merci entro un determinato intervallo di temperature, solitamente inferiore ai -18°C. Sono coinvolte tutte le fasi della supply chain: dal trasporto allo stoccaggio fino all’esposizione.
I rischi di interruzione della catena del freddo sono seri e nel settore agroalimentare vanno dalla riduzione della durata dei prodotti al loro deterioramento fino alla perdita complessiva di interi lotti.
La catena del freddo degli alimenti coinvolge camere per la lavorazione dei prodotti, magazzini per lo stoccaggio, fino naturalmente alle celle frigo per la conservazione.
Lo sa bene la GDO che nel tempo ha migliorato i processi rendendoli più efficienti, riducendo il rischio di interruzione della catena del freddo attraverso un adeguato isolamento termico e lavorando nel rigore di pulizia e igiene dell’ambiente.
In ambito sanitario, la catena del freddo è fondamentale per garantire che prodotti farmaceutici delicati, come i vaccini, raggiungano le destinazioni senza il rischio di alterazioni che li renderebbero inutilizzabili o comprometterebbero la loro stabilità.
I fattori di rischio che potrebbero compromettere la catena del freddo dei farmaci, come anche quella degli alimenti, sono legati all’isolamento termico e comprendono:
- Cattiva coibentazione;
- Giunti di coibentazione che favoriscono lo scambio termico;
- Pannelli isolanti non performanti;
- Alti valori di trasmittanza e conducibilità termica dei materiali utilizzati.
Prevenire l’interruzione della catena del freddo
Mantenere la catena del freddo significa agire in un’ottica di prevenzione dell’interruzione della catena stessa. Ciò si traduce in un perfetto isolamento termico. Questo dipende in massima parte dai prodotti che vengono utilizzati, come ad esempio i pannelli sandwich, che garantiscono delle performance adeguate.
La corretta progettazione di ambienti refrigerati passa quindi attraverso l’uso di materiali idonei tanto per l’involucro esterno quanto per le celle frigorifere e/o le pareti divisorie della struttura. Va da sé che uno degli aspetti più critici sia proprio il consumo energetico che comporta la produzione di CO2 e pesanti spese.
Tuttavia l’utilizzo di materiali performanti per il settore del freddo consente di raggiungere risultati ottimali in termini di efficienza energetica e sostenibilità, senza tralasciare una riduzione dei costi di manutenzione.
Una buona coibentazione e un miglioramento delle performance energetiche passano attraverso l’impiego di soluzioni idonee per l’isotermia di:
- Pareti
- Pavimenti
- Porte
- Coperture
Rispondere alle esigenze dell’industria del freddo
I pannelli isolanti Isopan rappresentano una risposta concreta alle esigenze dell’industria del freddo poiché possiedono caratteristiche tecniche ideali per realizzare tanto le pareti dell’involucro esterno quanto quelle delle celle frigorifere e delle coperture.
In particolare, nel panorama dei pannelli isolanti della catena del freddo, i pannelli sandwich a tre strati Isofrozen e Isofrozen HT utili sia per i tamponamenti esterni che per quelli interni (con spessori variabili) sono dotati di elevatissime prestazioni di isolamento termico combinate a una buona reazione e resistenza al fuoco.
I pannelli Isofrozen rappresentano un’eccellenza anche per l’utilizzo della tecnologia Leaf, che abbatte le dispersioni termiche del 20% rispetto ai pannelli disponibili sul mercato.
Giunti e pannelli coibentati per ridurre i rischi connessi all’interruzione
I pannelli coibentati sono elementi ricorsivi in una struttura di grandi dimensioni pertanto i giunti tra un pannello e l’altro, come anche i ponti termici generati da varchi e porte, costituiscono elementi di vulnerabilità da attenzionare.
In particolare nella progettazione di una cella frigo l’obiettivo è il mantenimento costante della temperatura e quindi la qualità della giunzione tra i pannelli sandwich è determinante.
Il giunto ha la funzione di limitare la dispersione termica migliorando la tenuta all’aria dell’involucro e favorendo il corretto funzionamento dell’impianto di refrigerazione.
Esistono varie tipologie di giunti per pannelli coibentati.
I pannelli isolanti Isofrozen e Isofrozen Ht propongono un giunto a labirinto studiato ad hoc per ottimizzare le performance di tenuta del prodotto nell’applicazione su celle frigorifere con prestazioni paragonabili alla tenuta stagna.
A limitare la dispersione termica ed evitare l’interruzione della catena del freddo concorrono anche i profili per le celle frigorifere ossia elementi lineari di fissaggio e giunzione dei diversi componenti di una struttura di refrigerazione. Servono quindi a raccordare sia i pannelli coibentati che le discontinuità come porte e telai.
Dunque, per evitare i rischi derivanti dall’ interruzione della catena del freddo è fondamentale, in fase di progettazione, scegliere materiali ed elementi strutturali dotati di elevate prestazioni. Gli aspetti più importanti di cui tener conto sono:
- Il mantenimento della temperatura attraverso un corretto isolamento termico;
- La tenuta all’aria attraverso l’uso di adeguati giunti e profili;
- La capacità di reazione al fuoco in caso di incendi causati dal sovraccarico energetico;
- La resistenza agli agenti aggressivi di lavaggio, alle muffe e alla corrosione.
Tali elementi concorrono a ridurre i consumi e, di conseguenza, anche le emissioni di gas climalteranti come la CO2.
Una scelta sostenibile per l’ambiente e per il contenimento dei costi di gestione ma soprattutto per la salute dei consumatori.