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Architectural Talks | Manni Group incontra Stefano Boeri Architetti

MGDA & YACademy

Architectural Talks | Manni Group incontra Stefano Boeri Architetti

In questa intervista di Architectural Talks, Raffaele Bulgarelli di Manni Group incontra Sara Gangemi, Senior Landscape Architect di Stefano Boeri Architetti, lo studio di architettura dietro all'iconico progetto del Bosco Verticale di Milano, per approfondire il fondamentale contributo di un’architettura sempre più orientata verso la costruzione di un futuro sostenibile.Ecco che cosa troverai in questo articolo:

 

Lo studio Stefano Boeri Architetti

Stefano Boeri Architetti è uno studio con sedi a Milano, Shanghai e Tirana, che dal 1993 si occupa di progettazione e ricerca non solo nell’ambito dell’architettura e dell’urbanistica, ma anche nel campo della cultura, del design e dell’interior design.

Stefano Boeri Architetti si fonda sul principio di “Molteplicità”, che spiega perfettamente la multidisciplinarietà dello studio.

L’attività è guidata da Stefano Boeri, architetto e urbanista conosciuto anche per la sua lotta al cambiamento climatico nell’ambito dell’architettura internazionale.

Lo studio realizza progetti architettonici e di rigenerazione urbana in luoghi complessi e in più continenti, e ha da sempre adottato un approccio sensibile al tema della sostenibilità che gli ha permesso di acquisire una forte identità e di costituirsi come punto di riferimento a livello italiano e internazionale in ambiti come l’architettura della biodiversità sostenibile, il social housing e le strategie di sviluppo urbano a diverse scale.

Tra i progetti più importanti dello studio troviamo:

Nell’intervista con Manni Group, Sara Gangemi di Stefano Boeri Architetti racconta come la sostenibilità sia alla base dei progetti dello studio, che ha come punto di riferimento il progetto del Bosco Verticale.

Nel corso dell’intervista, scopriremo l’importanza per lo studio del rapporto tra sostenibilità, città, uomo e natura e il suo impegno nel creare degli edifici che aiutino a ristabilire un equilibrio tra questi fattori.

Si toccano temi come tecnologia off-site, inverdimento urbano e il ruolo delle città nel cambiamento climatico. 

Intervista a Sara Gangemi di Stefano Boeri Architetti

Di seguito riportiamo l’intervista a Sara Gangemi di Stefano Boeri Architetti, condotta da Raffaele Bulgarelli di Manni Group.

Sentiamo sempre più parlare di sostenibilità, grandi progetti e complessità. 

Ti chiedo: come può la tecnologia off-site dare un contributo all'architettura del futuro? E come può migliorare le fasi di cantiere e tracciare una linea nuova nel panorama dell'architettura?

Dall'urbanistica all'architettura, il principio della sostenibilità è trasversale nel nostro approccio. Tutta l’attività dello studio si ispira all’iconico lavoro del Bosco Verticale basato su criteri di sostenibilità che indagano il rapporto tra città, uomo e natura all'interno dello spazio dell'abitare.

Anche la sostenibilità economica è sempre più urgente ed è stata accolta come sfida all'interno della progettazione stessa dei Boschi Verticali per renderli accessibili a utenti diversi per provenienza e possibilità economiche.

È stato inaugurato recentemente il primo bosco verticale di social housing in Olanda e ciò è stato possibile proprio perché abbiamo utilizzato delle tecnologie offsite.

Questo ha permesso di realizzare un progetto complesso nel quale la vegetazione ha un ruolo centrale insieme a tutta la tecnologia che è servita per portare su delle facciate il verde. Ma attraverso il prefabbricato è stato possibile controllare i costi degli appartamenti.

Stanno via via entrando studenti, famiglie e giovani coppie quindi per noi è stata la prima occasione di sperimentare la possibilità di contenere i costi di un progetto complesso attraverso il prefabbricato, come il Bosco Verticale che a Milano è stato il primo prototipo.

L’inverdimento urbano come si colloca nei vostri progetti e, soprattutto, questo elemento del verde come migliora e come dà un alto valore alle vostre architetture?

È sempre più urgente capire il ruolo che le città giocano nel cambiamento climatico e quindi è urgente anche trovare delle soluzioni in primis rispetto alla problematica del cambiamento climatico all'interno della città. 

Il tema della forestazione è uno dei principi cardine su cui stiamo definendo delle linee guida, per esempio, in progetti che coinvolgono i comuni italiani a livello urbanistico nonché nella progettazione architettonica vera e propria come può essere il Bosco Verticale.

È centrale, infatti, creare delle infrastrutture verdi all'interno della città, creare quelle che si chiamano green and blue infrastructures dove si accompagnano corridoi di verde con servizi alla città. Questo è il cardine a livello forse più urbanistico. 

Nello stesso tempo il suolo è un tema cruciale nella sfida al cambiamento climatico. 

L’Italia è un territorio fragile e l'impermeabilizzazione che ha vissuto il nostro Paese negli ultimi 50 anni lo ha reso ancora più delicato. Per questo motivo, un altro elemento che si deve introdurre nella costruzione di linee guida per le città è sicuramente il controllo del consumo di suolo.

Le facciate e i tetti verdi giocano un ruolo fondamentale perché nelle città il fenomeno dell'isola di calore costituisce una delle problematiche più presenti. Il bosco verticale con le sue facciate verdi è, per esempio, uno degli elementi con cui si può attenuare l'isola di calore. I tetti verdi poi hanno una doppia funzione: aiutano gli edifici dal punto di vista del controllo termico e possono diventare dei giardini ad alta quota ai quali gli abitanti possono accedere.

Quindi il tema della forestazione urbana e, più in generale, del cambiamento di prospettiva che si sta facendo sulle città potrà un giorno diventare il cuore di una nuova sostenibilità city oriented.

Quindi possiamo parlare di una città che anche in questo tempo di pandemia può riservare agli abitanti una nuova via di fuga o comunque un luogo dove ripararsi in certi momenti. I tetti delle nostre città potrebbero diventare qualcosa di veramente sfruttabile e importante.

Ci sono diversi articoli che raccontano come negli ultimi anni stia entrando nelle città una nuova fauna, dalle volpi ai gabbiani. Quindi il complesso rapporto uomo-natura in città pone nuove sfide. 

Durante il periodo della pandemia è emersa anche la necessità di un rinnovato rapporto di vicinato. Tutti noi abbiamo smesso di viaggiare e spostarci, pertanto è diventato cruciale quel che si vive nel proprio quartiere. 

Tanti amici e colleghi hanno raccontato di come frequentavano abitualmente community garden all'interno del proprio quartiere perché erano degli spazi di sfogo.

Anche noi in studio abbiamo fatto delle riflessioni e provato a capire come i tetti dei nostri futuri progetti potessero diventare dei luoghi di aggregazione dove ritrovarsi con il proprio vicino e creare un nuovo rapporto di cittadinanza alla scala di quartiere.

Mi viene in mente un masterplan di un progetto realizzato in Albania. In quell'occasione, seppur drammatica perché incorniciata dalle tensioni della pandemia, abbiamo riflettuto molto sulle linee guida del masterplan affinché cercassero di cambiare anche la prospettiva del modo di intendere e costruire le città oggi.

Il rapporto di vicinato diventa cruciale forse anche a seguito di quello che è successo negli ultimi due anni. Pensare i servizi a livello locale, cercare di riportare le persone a vivere il proprio quartiere non dovendo compiere per forza grandi distanze per raggiungere scuole, servizi e parchi diventa un po' la matrice su cui ripensare le città. 

Abbiamo parlato di un'edilizia che cambia sempre più verso l’off-site e speriamo ci possano essere sempre più tetti verdi e più spazio verde nelle città. 

Quindi qual è il consiglio che dai oggi per il futuro a un giovane progettista che vuole approcciarsi a questa professione dell’architettura?

Tutti i temi fin qui toccati rendono chiaro che non si parla solo di architettura ma è indispensabile interfacciarsi con tutte le discipline che compongono la costruzione di progetti: dall'urbanistica all'architettura, alla comunicazione.

Personalmente lo sperimento quotidianamente nell’esperienza di studio e credo che la multidisciplinarietà sia un orizzonte da tenere in considerazione per i giovani professionisti che vogliano approcciarsi oggi al mondo del lavoro.

Inoltre, è divenuto indispensabile capire come controllare la progettazione per avere delle architetture passive quindi avere un confronto anche con chi ha queste competenze tecnologiche aiuta a costruire dei progetti sempre più sostenibili. 

È importante essere preparati e avere capacità sulla propria disciplina ma bisogna essere molto sensibili e aperti alle contaminazioni di altre materie: dall’ agraria alla botanica, all’arte.

Quest’ultima è straordinariamente importante nel nostro progettare perché attraverso il cinema, la fotografia, la pittura, acquistiamo una sensibilità di sguardo sul mondo diversa. Dunque il consiglio è proprio questo: essere aperti a tutto e nutrire curiosità rispetto al mondo.

Leggi le parole dei principali attori dell'architettura internazionale nelle interviste agli Archistar di Manni Group realizzate in collaborazione con Yacademy. Un contenuto dedicato ai nuovi paradigmi dell'architettura sostenibile e alle idee di progettazione del futuro.

 

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Scritto da

Raffaele Bulgarelli - Digital Marketing Expert presso Manni Group
Raffaele Bulgarelli - Digital Marketing Expert presso Manni Group

Raffaele, Digital Marketing Expert di Manni Group, collabora in modo sinergico con Isopan entrando in contatto con il mondo tecnico del pannello sandwich e osservando i trend evolutivi dell’edilizia. Grazie alla formazione in Architettura ha un occhio attento su temi e attività online che coinvolgono i progettisti e gli architetti.

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