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Retrofitting, certificazioni e recupero edilizio: il punto di vista di GBC Italia

Pannelli certificati

Retrofitting, certificazioni e recupero edilizio: il punto di vista di GBC Italia

Molto del costruito in Italia è composto da palazzi di interesse storico e culturale, nonché monumentale, oltre che da abitazioni civili per nulla energeticamente performanti.
Sono oltre 1 milione, infatti, i condomini costruiti prima del 1980 che si posizionano al di sotto del livello F e G della nuova classificazione energetica degli edifici.Si stima che il 90% dello stock che vediamo oggi costruito sarà ancora attivo al 2050, rendendo urgente il lavoro di riqualificazione sull’esistente, attraverso demolizione e ricostruzione o retrofitting.

In questa intervista il Prof. Marco Imperadori, Professore Ordinario di Produzione Edilizia, titolare della cattedra di Progettazione e Innovazione Tecnologica, delegato del Rettore per l’Estremo Oriente Politecnico di Milano, parlerà con l’Ing. Marco Mari, attuale membro del Consiglio di Indirizzo di GBC Italia e Presidente dell'Associazione per il triennio 2020 - 2023, per indagare quali strategie si possono adottare per il recupero edilizio e quali certificazioni sono state rilasciate da World GBC e GBC Italia per supportare i player nel recupero del patrimonio edilizio.

L’ospite dell’intervista: Ing. Marco Mari, membro del Consiglio di Green Building Council Italia


Marco Mari è ingegnere laureato in ingegneria elettronica-gestionale. Vanta un’esperienza ventennale sui temi della sostenibilità e della certificazione, specificamente nell'Edilizia Sostenibile e dei Prodotti, operando a livello nazionale e internazionale con organizzazioni di alto profilo come Bureau Veritas e la Camera di commercio Italiana in Cina (CICC), dove ha ricoperto il ruolo di vice coordinatore dell'Energy and Environmental Protection Working Group (EEWPG) e ha partecipato come Advisor in numerosi progetti di edilizia sostenibile con le principali committenze a livello nazionale e internazionale.

È stato dal 2020 al 2023 Presidente nazionale dell’associazione Green Building Council Italia.

L’Intervista del Prof. Marco Imperadori all’Ing. Marco Mari

Marco Imperadori: Abbiamo oggi con noi l’Ing. Marco Mari, membro del Consiglio di Indirizzo di GBC Italia - Green Building Council, un’entità molto importante, molto conosciuta, un brand ma anche un marchio di qualità per ciò che riguarda l'efficienza, il risparmio energetico e la sostenibilità. E direi che a lui lasciamo dire che cosa vuol dire essere membro consigliare di GBC Italia e raccontarci di che cosa si occupa GBC Italia?

Marco Mari: Beh, intanto essere stato Presidente prima, e oggi essere parte del Consiglio di Indirizzo di quest'associazione quando si crede nei valori dell'associazione stessa, è principalmente un onore. Poi cosa fa l'associazione? Viene creata nel merito di quella necessaria e giusta trasformazione, in direzione della sostenibilità dell'ambiente costruito. Quindi edilizia, infrastrutture, tutti i luoghi nei quali noi con la nostra azione agiamo e possiamo agire positivamente o meno. La finalità dell'associazione è nella sostanza rispondere alle esigenze delle persone e dell'ambiente per produrre un ambiente costruito che sia resiliente, sostenibile e salubre, visto che noi viviamo negli edifici, viviamo nelle nostre città e abbiamo tutti in qualche modo il diritto di poterci vivere in maniera salutare . In più, essendo un ecosistema, non dobbiamo in qualche modo arrecare danno, perché sappiamo che questo problema sta diventando particolarmente rilevante.

Marco Imperadori: Certo in questa, se vogliamo, “foresta urbana” in cui nascono nuovi germogli diversi, che sono caratterizzati da prestazioni e da nuovi modi di costruire… Faccio vedere, così faccio pubblicità (ride e solleva la mappa) “Roma Green Building” di GBC Italia… avete fatto anche Milano, Marco?

Marco Mari: (sorride) Assolutamente, è stata la prima mappa che abbiamo fatto, un piccolo divertimento che ci siamo in qualche modo concessi per dire “Ma dove sono questi edifici sostenibili realizzati con i protocolli green”?
A Milano la presentammo come opportunità prima della candidatura alle Olimpiadi invernali. Avere tanti edifici sostenibili - Milano ormai ne ha più di 500 - in un ambito in cui c'erano punti di ricarica elettrica, sharing mobility, piste ciclabili, aree verdi, edifici certificati con protocolli GBC, beh, faceva un bel, anzi fa un bell'effetto. 

Poi l’abbiamo fatto su Roma, perché la domanda era “Ma Roma come è messa?”. Ci siamo accorti che Roma sta crescendo con una velocità maggiore di quella di Milano, più di 200 edifici certificati in minor tempo. E la realtà è che ci sono una serie di fattori.
Il fattore uno è legato alla finanza. I protocolli energetico ambientali sono degli indicatori sintetici di rischio di credito, e la finanza internazionale ha ben compreso che bisogna sapere prima di procedere con l'investimento e qual è il rischio atteso. E poi è un indicatore di valore dell'asset e quindi ha fortemente spinto, non solo in città, ma ovunque la finanza opera. 

Marco Imperadori: Certo questo è molto interessante, tra l'altro io non ce l'ho la mappa di Milano quindi mandamela eh (ride), mi è sfuggita.

Marco Mari: Te la manderò con grande piacere insieme alle pubblicazioni che abbiamo fatto. Credo siano molto interessanti per chi ha a cuore il tema dell’edilizia sostenibile. Sono tutte scaricabili comunque gratuitamente dal sito. 

Marco Imperadori: Sì, dal sito che ricordo è www.gbcitalia.org .
E quindi c'è anche questa spinta culturale ad agire e a mostrare best practices, che influisce sul leverage finanziario o anche sulle assicurazioni, insomma, sulle scelte di coloro che possono essere player e che vogliono avere una garanzia di un asset diverso e più solido.
E questo asset spesso riguarda il retrofitting, il recupero edilizio, il recupero delle città. Da alcuni dati si sa che il 90% dello stock che vediamo oggi costruito sarà ancora attivo al 2050, e quindi abbiamo questi 30 anni circa di lavoro da fare sul recupero. Cosa ha fatto GBC Italia sul recupero?

Marco Mari:  Il concetto di retrofit, come tu sai bene, è legato a un miglioramento, una riqualificazione sia di quello che sono gli elementi architettonici che impiantistici.
L'obiettivo su questo è fare un recupero che produca miglioramento reale e non danno. L'Europa ci dice “Do No Significant Harm”, ovvero non fare danno significativo, migliorare senza peggiorare il resto.
Riguardo a questo, il pensiero che si è sviluppato a livello internazionale più di venti anni fa, è che l'edificio è un sistema. E quindi non è solo un fatto di energia - l'ambiente costruito consuma oltre il 42% di energia rispetto a qualsiasi altro ambito - ma è anche un fatto di emissioni, più del 36% di emissioni di CO2. È un fatto legato all'economia circolare, infatti più del 40% di materiali vengono impiegati e più del 35% di rifiuti vengono prodotti, guarda caso dall'ambiente costruito. Ma è anche un fatto di consumi dell'acqua, più del 16% - e poi non ci dimentichiamo che noi viviamo all'interno degli edifici e quindi il tema della salubrità di ciò che respiriamo, come ci dice da molti anni l’Organizzazione Mondiale della Sanità, è centrale.

Ecco questa sarebbe una visione che noi abbiamo sposato ed è strutturata in strumenti che sono i protocolli energetico ambientali, che chiedono di modificare e ottimizzare tenendo conto delle varie componenti, quindi migliorare ovunque possibile in relazione ai propri vincoli ma senza peggiorare le altre parti.
Esempio: un bellissimo cappotto che ha un effetto importante sulla domanda di energia primaria deve essere fatto in un luogo in cui, in particolare, non ci sia umidità di risalita, se no il rischio è di fare bene il cappotto, ma di fare all'interno una coltivazione di funghi che ci respiriamo. Questo tanto per dare un esempio terra terra.

Marco Imperadori: Il sistema costruttivo ovviamente deve essere compreso appieno, non posso avere soluzioni preconfezionate.

Marco Mari: Certo, il sistema edificio deve essere compreso e quindi l'azione deve essere fatta congruentemente per non sbilanciare il sistema. Nei termini della sostenibilità fino al tema della salubrità, è la visione anglosassone. Come italiani abbiamo dato una lettura integrativa a questo perché per l'approccio anglosassone basterebbe demolire e ricostruire tutte le nostre città creando delle soluzioni zero energy. 

Il tema, invece, non è solo questo. Nelle nostre città soprattutto abbiamo asset di importanza storico testimoniale rilevanti, e quindi abbiamo creato il primo protocollo sulla riqualificazione edilizia per quando si ha a che fare con un asset storico testimoniale, il protocollo GBC Historic Building che è specificamente creato per questo. Molto interessante perché gli internazionali colleghi di World GBC a cui noi aderiamo sono particolarmente interessati a questa lettura aggiuntiva che l'Italia sta dando.

Marco Imperadori: E questo infatti io l'ho trovato straordinario quando ne hai parlato a Napoli al convegno che abbiamo avuto all’ANPE, l'Associazione Nazionale del Poliuretano Espanso di cui tra l'altro fa parte anche Isopan che è del gruppo Manni.
Tu parlasti proprio di questa cosa che era appena uscita. Credo che sia veramente una novità importante e culturale che fa vedere come si possa, si debba agire anche sul costruito storico monumentale nel rispetto, ma provando a fare qualcosa.
Anche sul costruito monumentale possiamo avere diversi livelli, la Scuola della Conservazione da cui veniamo è stata capostipite e ovviamente ci porta a conservare tutto… Dopo di ché questo “tutto” non è sempre Palazzo Pitti o San Marco a Venezia... 

Marco Mari: Infatti il tema è proprio questo: identificare cosa ha valore di storico e cosa no. Questo ci permette di tramandare, come dire, alle future generazioni non solo gli aspetti ambientali di cui godiamo oggi, ma anche gli aspetti culturali.
Quello che non ha valore storico testimoniale tipicamente può essere, giustamente e doverosamente, abbattuto e ricostruito, perché è la maniera probabilmente migliore per ottimizzare degli asset assolutamente non performanti. Quello che ha valore storico invece deve avere in qualche modo un'attenzione anche alla conservazione. È chiaro che in un edificio che ha valore storico testimoniale il tema energetico è uno dei temi centrali ma non il più importante, rispetto all'economia circolare, rispetto alla salubrità, rispetto all’acqua e ad altro… È uno dei temi. 

Marco Imperadori: Parlando adesso, hai tracciato una scala. Esiste ciò che non ha per niente valore storico, anzi è molto recente e può essere demolito, e ciò che può avere un valore storico ma non monumentale, di costruito diffuso, che comunque va tutelato. Molto spesso è quasi più l'aspetto esterno della città che io vedo, mentre potrei agire dall'interno con le cautele del caso, in modo critico. Magari a secco, inserendo volumi nel costruito reversibili, quindi tecnologie leggere.

Marco Mari: Il tema è proprio questo: la capacità di introdurre degli elementi con il concetto centrale della reversibilità. Come giustamente dicevi. 

Marco Imperadori: E poi il monumento, ma quello ovviamente segue la teoria del restauro e lì arriviamo a un livello ancora più alto. Credo che questa gradazione sia molto utile per il futuro, per tutti i player che sono i Comuni, le Istituzioni, i progettisti e poi gli Enti di certificazione, e credo che sia veramente un plauso questo per voi per esservi concentrati su questa cosa del recupero dello storico.
Nell'ultimo aspetto che volevamo toccare c’è il punto critico attuale, cioè quello della crisi energetica. Il prezzo del gas che è aumentato insieme a quello dell'energia, e quindi diventa importante parlare non solo dell'involucro ma anche l'impianto.
Il tema del raffrescamento è equipollente, se non superiore a quello del riscaldamento. Come gli involucri si adattano? Con quali nuovi impianti? Quali trend di intervento vedi sugli edifici dal punto vista impiantistico?

Marco Mari: Le tendenze al tema della rigenerazione energetico ambientale sono enormi da questo punto di vista. Come primo elemento bisogna dire che non si tratta solo di mercato privato, ma anche di mercato pubblico. Il Green Public Procurement, voluto dall'Europa per ogni Paese, è un punto importante, perché si calcola che gli acquisti dell'amministrazione pubblica impattano sul mercato in Europa di oltre il 19%, un po' meno in Italia. La Pubblica Amministrazione, come sta facendo, si muove in questa direzione orientando il mercato.

Parlando di tecnologie, di elementi che vanno nel merito, beh devi avere questa attenzione ai due fattori principali: la domanda primaria di energia e quindi tutto il tema legato all'involucro, alla struttura, perché in qualche maniera siamo in grado oggi di avere tecnologie e forte innovazione nel ridurre la domanda primaria di energia. E sappiamo che l'energia che non consumiamo è certamente quella più verde. 

 

Marco Imperadori: Il “negawatt” con la enne, come diceva Amory Lovins.

Marco Mari: Esatto, e invece dall'altra parte esiste la tecnologia che giustamente andrebbe, come in una ricetta, usata q.b., quanto basta, quanto serve.
Il tema importante quando si ha a che fare con un asset è ragionare quanto più possibile della capacità dell'asset, come sistema, di ricevere in ingresso ciò che poi utilizza, o autosostentarsi in un bilanciamento energetico e ambientale che sia quantomeno in pareggio con il concetto del Near Zero.
Su questo stiamo vedendo una forte progressione sia dal punto di vista dell'edilizia a secco e delle soluzioni pre ingegnerizzate, e questo è un tema particolarmente interessante perché come ogni processo di realizzazione di un prodotto si tende nel tempo ad arrivare a soluzioni che sempre di più diano le garanzie della prestazione.
Per darle vediamo che i processi di ingegnerizzazione delle realizzazioni delle opere si muovono sempre di più in maniera integrata, quindi in qualche modo ragionano di un pacchetto contenitore che sia equilibrato e bilanciato.

Il secondo elemento che stiamo evidenziando è che deve essere fornita la garanzia del valore al mercato, questo è il maggior trend attuale, sia in fase di progetto, che di realizzazione e uso dell'edificio.
In Italia ci troviamo, ad esempio sui protocolli energetico ambientali più utilizzati al mondo, quelli della famiglia LEED che tu come sai abbiamo specializzato e regionalizzato anche ai protocolli GBC, ci troviamo a dati del 2021, a essere il secondo paese in Europa, oltre che ad avere la percentuale più alta di Platinum sugli edifici certificati di qualsiasi altro paese. Competiamo con pochissimi insomma.
Ciò che stiamo vedendo è una tendenza con pochi elementi: 

  • Il primo è mettere al centro la qualità del progetto, perché se no non riusciamo a garantire le prestazioni. 
  • Il secondo è quello del processo di ingegnerizzazione delle opere proprio per avere dei processi che permettano quanto più possibile poi in campo di garantire le prestazioni.
  • Il terzo elemento è quella della rendicontazione e della misura. Senza quest'ultimo, poi, è come dire “Il vino dell'oste sarà sempre…” 

Marco Imperadori: “sempre più buono”!
Siamo quasi in conclusione e hai citato delle cose molto interessanti, che si incrociano anche con Next Generation EU e New European Bauhaus per il tema dell’estetica. Intervenire sul costruito vuol dire che non posso stravolgere, non posso rovinarne la cultura, e anche sul nuovo devo sempre avere una spinta che sia estetica, oltre che efficiente e confortevole e a basso impatto ambientale.
Mi viene in mente questa cosa parlando di Europa, della nascita un po’ mitteleuropea di GBC Italia nel 2008. Se non sbaglio è a Rovereto che parte tutto, no?
E lo dico perché a Rovereto proprio il gruppo Manni con Manni Green Tech e Isopan ha in atto una ricerca proprio sui sistemi a secco, i sistemi integrati. Una ricerca finanziata dalla Regione. Il mio auspicio è quello che magari ci siano anche futuri incontri tra queste due esperienze, cioè la vostra con i protocolli e la di ricerca che è attualmente in atto e che si svilupperà nei prossimi due anni. Credo che potrebbe essere interessante partire da questa vicinanza geografica e vedere ulteriori possibili collaborazioni. 

Marco Mari: Come dice un mio caro amico: “Con me sfondi un controtelaio” la porta non c'è neppure. Il tuo auspicio diventa sicuramente un mio impegno nel merito.
Citando una frase laica di Papa Francesco ”Nessuno si salva da solo”, primo punto. Il secondo punto è che le imprese che sul territorio sono capaci di innovazione, rendono tutto molto più importante; come parlavi tu dell'edilizia a secco, e come parlavo io dell'edilizia  industrializzata, sono temi sono assolutamente nella stessa direzione.

Ecco la vostra capacità di produrre innovazione diventa molto importante. Noi abbiamo strutturato nei protocolli, come probabilmente sapete, un'area tematica che viene dai protocolli statunitensi, che si chiama IP Innovazione e Progettazione e che ammette crediti pilota, cioè addirittura una libreria esterna al protocollo di crediti che possono essere messi a disposizione. Sono quelli che permettono di portare una ricerca coniugata con il protocollo al mercato e generare innovazione. E poi mi verrebbe da dire per unire i due pezzi, l'heritage con il sustainability e l'innovazione. C'è una frase carina che ultimamente avevo trovato scritta, credo sia di Oscar Wilde, che dice che in qualche modo “La tradizione è l'innovazione che ce l'ha fatta”.

Marco Imperadori: Molto bello! Ma ti farò presentare una ricerca che ha fatto il gruppo Manni (Stepup), in questo caso con noi (VeluxLAB del Politecnico di Milano ndr) tramite una mia dottoranda, che diciamo è entrata in questo filone adesso nella fase di dissemination, . È incentrata sulla configurazione di nuove strutture ingegnerizzate a secco, di fatto pareti con varie stratificazioni applicate come contro involucro a edifici esistenti, i classici edifici anni ‘60, ‘70, i condomini diciamo, che sono il vero buco nero energetico italiano no? Che consumano 300, 400 kwh a metro quadro anno… È lì che bisogna intervenire.

Marco Mari: Questo è un tema eccezionale. Noi su questo abbiamo, dopo cinque anni di lavoro, un nuovo protocollo che ha una serie di caratteristiche e si chiama GBC Condomini, proprio perché è il tema di questi luoghi in cui noi viviamo… Abbiamo più di 1.000.000 di edifici condominiali in Italia, e questo ambito vede più del 70% di questi edifici creati prima del 1980, e quindi la maggior parte - quasi il 70% - sotto la classe G o F parlando di energia, con tutta una serie di altre problematiche, che andrebbero e vanno affrontate.
Questo protocollo casca un po’ a fagiolo, perché aiuta a identificare i miglioramenti, tra cui quello energetico, ma anche quello della resilienza sismica, fondamentale.
Abbiamo fatto molto su questi aspetti, permettendo di fare innovazioni anche verticali (energia, resilienza sismica) facendo però un'analisi trasversale, ovvero prima analizzando tutte le componenti, permettendoci di definire l'innovazione senza peggiorare. Il principio del “Do No Significant Harm”. Che citavo anche prima.

Marco Imperadori: Bene Marco noi qui abbiamo concluso, ti ringrazio veramente di cuore per averci dato il tuo tempo, so che sei molto impegnato.
Marco Mari: Grazie a voi per l’interessante conversazione, a presto.

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Scritto da

Marco Imperadori
Marco Imperadori

Professore Ordinario di Produzione Edilizia, titolare della cattedra di Progettazione e Innovazione Tecnologica, delegato del Rettore per l’Estremo Oriente Politecnico di Milano. Membro della commissione sostenibilità di Fondazione Promozione acciaio. - (Fotografia di A. Avezzù)

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