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L’Architettura cambia pelle: ADDMIRA, gli involucri del futuro

Pannello sandwich, Facciate ventilate

L’Architettura cambia pelle: ADDMIRA, gli involucri del futuro

2 lug, 2021

L’involucro edilizio, quello che gli anglosassoni chiamano building skin, è la frontiera che ci separa tra il “micro-cosmo” del nucleo interno, abitativo, e il “macro-cosmo” dell’ambiente esterno, la natura o la città che ci circonda.

Questo limes è cruciale perché definisce e controlla una serie multipla di valori: tecnici, energetici, di protezione e tenuta ma, non da ultimo, soprattutto di rappresentazione e di estetica. È infatti l’immagine esterna che ci accoglie, prima del volume interno che ci ospita, ed è questa che qualifica e presenta un edificio verso l’intorno costruito o la natura.

Renzo Piano ama ricordare che un brutto libro tutto sommato si può non leggere mentre un edificio (e il suo involucro evidentemente) mal progettato diventa un problema per tutti coloro che ne fanno esperienza.

Con un notevole sforzo creativo multiplo (tecnico prestazionale, ergotecnico, produttivo ed estetico) nasce la gamma di sistemi ADDMIRA che fa dell’innovazione tecnologica una forte spinta al posizionamento e alla diversificazione delle soluzioni Isopan e delle interazioni con altri sistemi della galassia Manni Group.

Versatilità al servizio della libertà progettuale

Immaginare soluzioni prefabbricate, leggere e integrate per facciate architettoniche significa puntare a un player cruciale: l’architetto, il progettista; questi deve trovare la massima libertà espressiva e compositiva in modo che il proprio progetto non venga “irrigidito” da una soluzione industrializzata.

Ecco quindi che Architettura e Industria, in una sorta di “matrimonio 4.0”, trovano mutua sinergia con l’obbiettivo della sostenibilità ambientale che deve però sempre essere anche sostenibilità estetica.

ADDMIRA nasce come logica di produzione off site di sistemi e soluzioni “customer oriented”, di volta in volta declinabili a seconda dell’immanente situazione progettuale e morfologica.

Lo stesso brand unisce l’azione “additiva” a quella dell’osservazione finale di qualcosa di “mirabile” dove artigianalità e dettaglio siano unite in un rigoroso processo industriale che garantisce qualità, controllo e prestazioni.

Le potenzialità degli involucri ADDMIRA

In Italia spesso si sente parlare di “palinsesto architettonico” che è stata la fortuna delle nostre città storiche, affastellate di periodi e tecniche costruttive diverse, dove le soluzioni innovative servivano a rinforzare, trasformare e però perpetuare porzioni edilizie di periodi differenti.

Per questo motivo vedo in ADDMIRA la potenzialità universale sia sul nuovo costruito che, soprattutto sul recupero (tanto più che si stima che lo stock esistente, che ha vari problemi, sarà per oltre il 90% ancora in uso nel 2050).

Nel dettaglio il concept ADDMIRA si differenzia poi in tre interessanti ramificazioni tecnologiche: ADDVision, ADDCross e ADDWind.

ADDVision, soluzioni estetiche 

ADDVision sfrutta il know how di Isopan migliorandolo con un raffinato kit di finiture, fissaggi nascosti, cromatismi esclusivi e via dicendo per facciate sempre più estetiche e meno seriali e industriali.

Si pensi a finiture superficiali 3D come la Black Tech che riunisce tre evidenti prestazioni: estetica (con un effetto carbonio) di aderenza tra metallo e schiuma e di resistenza meccanica.

Oppure Clean Tech autopulente, Urban Tech anti graffiti, con pannelli angolari, profili e coprigiunti estetici, spoiler e addirittura l’integrazione luminosa grazie a ADDVision.

ADDCross, nuove costruzioni e recupero abitativo

ADDCross è invece un vero e proprio cappotto a secco pre-finito e che punta a soluzioni di recupero abitativo (si pensi a tutto lo stock costruito dal dopoguerra sino alla fine del secolo scorso) che possono beneficiare del Super Bonus 110%.

Anche in questo caso si tratta di una stratigrafia che unisce i sandwich Isopan (solo pannelli con tecnologia LEAF) a rivestimenti esterni di vario tipo grazie a film adesivi appositi.

La sottostruttura in staffe metalliche che si ancora all’esistente (o alla nuova struttura primaria) consente di risolvere i fuori squadro e fuori piombo e il sistema è dotato di raffinati ragionamenti di taglio termico con strisce di lana minerale (non combustibili), gocciolatoi e via dicendo.

Le finiture sono molteplici e il sistema è in sostanza “camaleontico” per strategie tailor made sulle esigenze del cliente. Alla stratificazione a secco off site segue poi un processo di assemblaggio a secco delle porzioni parietali on site.

ADDWind, facciate ventilate

Infine ADDWind, tecnicamente più complessa delle due precedenti, che inserisce il tema della ventilazione di facciata (con tutte le ovvie cautele per ciò che riguarda la progettazione antincendio).

Anche in questo caso l’intervento può riguardare sia il nuovo che il recupero e le prestazioni aggiuntive toccano vari aspetti: risparmio energetico, resistenza a shock termici, durabilità, effetto camino e estetica assolutamente innovativa.

Straordinario lo studio del sistema di staffe portanti (1.0 oppure 2.0) che consente configurazioni universali sia con pannelli sandwich nervati a posa verticale sia con pannelli a posa orizzontale (poliuretanici o in lana minerale).

Il sistema risulta quindi estremamente flessibile e universale rispetto al tipo di finitura scelta dal progettista e può avere fissaggi in vista o nascosti oltre a raffinate soluzioni per gli spigoli, imbotti e per le finiture ai bordi.

Praticamente nessun materiale è escluso grazie a partnership che consentono di posare, oltre ad una gamma di lamiere forate o stirate, anche:

  • HPL;
  • WPC;
  • Fibrocemento;
  • Cotto;
  • Pannelli speciali.

Anche in questo caso l’integrabilità con l’illuminazione LED è possibile e il sistema complessivo è stato concepito in armonia con i CAM e con gli obbiettivi di efficientamento energetico delle costruzioni.

In conclusione ADDMIRA si configura come un importante “balzo in avanti” di Isopan verso tematiche che sono chiaramente attuali nelle finalità strategiche (si pensi al Green New Deal o al New European Bauhaus) ma che posizionano da subito sul piano tattico industriale un’innovazione sistemica differenziata, appropriata e che ha come traino evidente l’estetica delle nostre città e del patrimonio costruito da recuperare o di quello nuovo da esprimere.

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Scritto da

Marco Imperadori
Marco Imperadori

Professore Ordinario di Produzione Edilizia, titolare della cattedra di Progettazione e Innovazione Tecnologica, delegato del Rettore per l’Estremo Oriente Politecnico di Milano. Membro della commissione sostenibilità di Fondazione Promozione acciaio. - (Fotografia di A. Avezzù)

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