Per il funzionamento della facciata ventilata sono determinanti i fattori ambientali in cui avviene l’installazione. Il clima, i venti le caratteristiche tecniche di costruzione costituiscono delle variabili che non sono tutte prevedibili.
La facciata ventilata e la prassi
Valutare a priori il comportamento in opera dei sistemi di facciata, inseriti nel proprio contesto, non è possibile. Tuttavia, la prassi e l’esperienza consentono di sapere quali caratteristiche sono indispensabili per un corretto funzionamento delle facciate ventilate.
Il concetto di questo sistema si basa sulla creazione di un’intercapedine che svolga il cosiddetto effetto camino. Uno spazio tra la parete esterna e il rivestimento, in cui l’aria calda possa scorrere verso l’alto e uscire, in estate.
Invece, in inverno, la circolazione dell’aria favorisce l’evaporazione del vapore acqueo proveniente dall’interno dell’edificio, mantenendo asciutto lo strato isolante.
Con opportuni accorgimenti, con la facciata ventilata è possibile ottenere buone prestazioni sia durante la stagione fredda che durante quella più calda.
Una definizione di facciata ventilata
La UNI 11018 definisce la facciata ventilata “un tipo di facciata a schermo avanzato in cui l’intercapedine tra il rivestimento e la parete è progettata in modo tale che l’aria in essa presente possa fluire per effetto camino in modo naturale e/o in modo artificialmente controllato, a seconda delle necessità stagionali e/o giornaliere, al fine di migliorarne le prestazioni termoenergetiche complessive”.
La norma distingue poi tre tipi di facciata ventilata, in funzione della velocità con cui l’aria può scorrere nel cavedio:
- Parete debolmente ventilata, con intercapedine sottile, la cui funzione principale è il riparo della parete sottostante dagli agenti atmosferici;
- Mediamente ventilata con la portata d’aria che dipende dalla dimensione delle aperture di ingresso ed espulsione dell’aria;
- Fortemente ventilata, che offre bassa sensibilità all’azione della pioggia battente e buone prestazioni termoenergetiche, che possono essere migliorate ulteriormente con l’aumento dello strato isolante.
La norma di riferimento per le facciate ventilate
A parte gli aspetti previsionali di funzionamento che, come abbiamo visto, sono determinati dallo studio e dall’esperienza sul campo, l’impianto normativo mette a disposizione degli operatori del settore edilizio, un riferimento tecnico per la progettazione, l’esecuzione e la manutenzione delle facciate ventilate.
La norma UNI 11018:2003 titola: “Rivestimenti e sistemi di ancoraggio per facciate ventilate a montaggio meccanico - Istruzioni per la progettazione, l’esecuzione e la manutenzione. Rivestimenti lapidei e ceramici”
Avvalendosi dell’esperienza maturata nel settore, il documento individua gli aspetti riferiti al sistema della facciata ventilata nel suo complesso e ai singoli componenti. Definisce materiali, nomenclatura, dimensioni, requisiti prestazionali, attrezzature necessarie, arrivando a dettagliare le istruzioni di montaggio, senza dimenticare la gestione del cantiere.
Strati funzionali e prestazioni secondo la UNI 11018
La norma UNI 11018 definisce la funzionalità della facciata ventilata e identifica i diversi strati funzionali, necessari a garantirne le prestazioni.
La facciata ventilata si compone di sottostruttura, rivestimento e sistema di fissaggio. Per ciascuno di questi strati, vengono indicate le caratteristiche: la scelta dei materiali possibili e delle sezioni. Sono descritti i metodi per effettuare il controllo di qualità e le prove da eseguire sui campioni di material per verificarne le caratteristiche.
Il sistema di ancoraggio viene analizzato nei suoi aspetti compositivi, inclusi tutti gli elementi metallici che lo compongono.
Ma non si limita a questo. La pubblicazione fornisce anche indicazioni per la progettazione, per esempio, per calcolare la superficie delle aperture di ventilazione alle estremità del camino, in funzione dell’altezza dell’edificio e della superficie di parete, al variare della velocità di ventilazione dell’aria.
Infatti, per garantire l’efficacia del sistema di facciata ventilata, l’intercapedine d’aria deve essere dimensionata in relazione all’altezza dell’edificio e alla portata d’aria che si vuole ottenere.
Più l’edificio è alto, in generale, meno efficace rischia di essere il sistema, perché l’aria scorre meno velocemente. Tuttavia ci sono delle dimensioni, che possono essere considerate valide come punto di partenza.
Il cavedio deve essere largo almeno cinque centimetri per offrire il passaggio d’aria necessario a svolgere le principali funzioni isolanti della facciata ventilata.
Al tema della manutenzione è dedicata una serie di indicazioni sulle possibili cause di degrado della parete. A tale scopo, viene suggerita la redazione di un piano di manutenzione programmata sin dalla fase progettuale.
La varietà di soluzioni disponibili non può prescindere dal rispetto delle normative, che si propongono come veri e propri manuali di supporto al lavoro dei professionisti.
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