La sostenibilità è ormai tra i temi dominanti il settore edile e, data la sua rilevanza, non può non coinvolgere anche la catena della Grande Distribuzione Organizzata (GDO), che comprende stabilimenti per la logistica, centri commerciali, supermercati fino ai negozi al dettaglio.
Molte di queste strutture possono avere un impatto ambientale considerevole, poiché di grandi dimensioni e spesso molto energivore. Tra gli attori del sistema di produzione e consumo, la GDO può svolgere un ruolo trainante dell’intero settore verso la sostenibilità: quest’ultima, insieme all’efficientamento energetico, ai sistemi di gestione, ai processi di innovazione, alla formazione del personale, dei fornitori e dei clienti, diventano i temi cardine sui quali la GDO può agire in maniera concreta per ridurre l’impatto ambientale e avviare tutto il settore verso la consapevolezza del progettare consapevole.
In questo articolo, esamineremo le principali considerazioni e le migliori pratiche per l'edilizia sostenibile nel settore della grande distribuzione organizzata.
La Grande Distribuzione Organizzata si avvia a diventare sempre più sostenibile e può ambire ad essere il motore di sviluppo responsabile per tutta la filiera agroalimentare. Il settore edile entra in gioco attraverso la progettazione di strutture non solo a basso impatto ambientale, ma soprattutto più efficienti dal punto di vista energetico.
In primo luogo, è fondamentale realizzare degli involucri ad elevato isolamento termico e progettati con soluzioni tecniche che consentano l’integrazione impiantistica, come ad esempio i sistemi “a secco” che verranno approfonditi in questo articolo.
In secondo luogo, la maggiore sensibilità nei confronti dell'ambiente, della qualità di vita e dei costi di manutenzione hanno portato all'impiego sempre più diffuso di soluzioni tecnologiche alternative a quelle tradizione per la produzione di energia pulita, rinnovabile e inesauribile, e tra queste troviamo:
L'impiego di energie rinnovabili consente di trasformare negozi, supermercati e centri commerciali in luoghi di produzione e risparmio energetico. Progettazione, sviluppo e integrazione tecnologica, declinate in base alle diverse esigenze di ogni realtà, possono garantire una forte riduzione dei costi di gestione e dell'impatto ambientale.
Altre soluzioni percorribili per l’efficientamento energetico sono:
Nel settore delle costruzioni la scelta dei materiali ha un ruolo fondamentale per ridurre l’impatto ambientale, soprattutto quando si progettano interventi consistenti come nel caso della GDO.
Un materiale per definirsi eco-sostenibile deve rispettare questi requisiti:
Tra i materiali da costruzione sicuramente legno certificato FSC e acciaio giocano un ruolo principale; infatti, sono i materiali che più di altri si integrano maggiormente con i sistemi di prefabbricazione, possono essere utilizzati per realizzare strutture a secco, efficienti, durevoli e riciclabili e/o riutilizzabili. In funzione della dimensione dell’intervento da realizzare, legno e acciaio possono essere utilizzati anche sinergicamente.
L’acciaio viene utilizzato in edilizia per le sue qualità di leggerezza, resistenza, durabilità, sicurezza e riciclabilità. A differenza del legno, non è un materiale naturale, ma viene in ogni caso considerato sostenibile all’interno della sua filiera, può essere infatti riciclato o riutilizzato, consente di prefabbricare opere apportando un notevole risparmio di risorse in termini di trasporti e materie prime (naturali) da utilizzare in cantiere. I sistemi pre-ingegnerizzati per le strutture portanti e l’assemblaggio con altri sistemi a secco, consente di realizzare edifici con elevate performance energetiche, abbattendo l’impatto ambientale.
La progettazione modulare e la prefabbricazione, tipica di questi materiali, sono sicuramente due aspetti fondamentali per ridurre gli sprechi in cantiere, per ottimizzare le risorse, ridurre i tempi di realizzazione e quindi avere un impatto ambientale minore se si considera tutta la filiera delle costruzioni e l’edificio nel suo complesso. I professionisti del settore valutano di caso in caso quale sistema costruttivo utilizzare o se integrarne le potenzialità per un risultato ottimale.
Quindi, per controllare l’inarrestabile espansione dell’attività edilizia e ridurre il suo impatto sull’ambiente hanno ormai preso piede nel settore diversi protocolli o certificazioni di sostenibilità, tra cui il LEED, il BREEAM e l’etichetta Declare.
La scelta attenta dei materiali da costruzione è il primo passo per raggiungere l’obiettivo sostenibilità, e l’etichetta Declare, creata dall’International Living Future Institute (ILFI), un’organizzazione impegnata nella sensibilizzazione verso una mentalità più sostenibile ed ecologica, certifica proprio la sicurezza dei materiali da costruzione sul mercato, elencando i componenti chimici che li costituiscono ed evidenziando eventuali sostanze dannose o inquinanti, inserite nella Red List.
Si costituisce così una vera e propria piattaforma trasparente e un database di prodotti che sta rivoluzionando il mercato dei materiali da costruzione. Questo database sarà in continuo aggiornamento, e mira a diventare il mezzo di promozione di prodotti attenti alla sostenibilità ambientale e alla salubrità degli ambienti che creano.
Dal punto di vista italiano, tra le diverse normative del settore, per regolamentare la GDO si fa riferimento al D.Lgs. 114/1998, che identifica nell’Amministrazione Comunale l’autorità competente al rilascio dell’autorizzazione per l’apertura, il trasferimento e l’ampliamento delle strutture di vendita al dettaglio e della grande distribuzione organizzata.
La Conferenza dei Servizi procede alle seguenti verifiche:
Dal punto di vista ambientale, viene rilasciata l’Autorizzazione Unica Ambientale (AUA), che può comprendere specifiche autorizzazioni in relazione a:
E’ importante tenere sempre aggiornate le normative locali e nazionali relative all'edilizia sostenibile per garantire la conformità e il rispetto degli standard necessari per un approccio integrato alla sostenibilità.
Per dimostrare l'impegno verso l'edilizia sostenibile, molte strutture di grande distribuzione organizzata cercano di ottenere certificazioni, come LEED (Leadership in Energy and Environmental Design) o BREEAM (Building Research Establishment Environmental Assessment Method). L’ottenimento di una o più certificazioni attesta il rispetto di rigorosi standard in termini di sostenibilità e qualità ambientale. Le certificazioni sono di tipo volontario e riguardano l’intero ciclo di vita della costruzione.
Certificazione LEED: analizza le prestazioni degli edifici in base ad 8 criteri, a ciascuno dei quali viene assegnato un punteggio, e in funzione del punteggio finale ottenuto si può raggiungere uno dei quattro livelli di certificazione.
I vantaggi dell’adozione degli standard LEED in un progetto vanno dalla gestione oculata del cantiere, alla manutenzione programmatica dell’edificio, al fondamentale contributo dell’edificio sulla riduzione dell’impatto ambientale delle costruzioni.
Certificazione BREEAM: valuta la sostenibilità degli edifici e il benessere delle persone che ci vivono. Questa valutazione avviene in base a 10 categorie, alle quali si attribuirà un punteggio, la cui somma costituisce 6 livelli di certificazione.
I vantaggi della certificazione BREEAM sono il risparmio energetico, sia in termini di risorse che di costi, e la progettazione di ambienti sostenibili, in cui si garantisce il benessere delle persone e la conservazione delle risorse naturali.
Un focus importante per la GDO è la gestione dei magazzini a temperatura controllata. Ne è un esempio NewCold di Fiorenzuola d’Arda (PC), il più grande centro logistico del freddo d’Europa, che ospita 145.000 posti pallet e otto traslo con doppia capacità, con un’efficienza energetica superiore del 60% e una riduzione dei costi di manodopera del 60% rispetto ai competitor operanti sul mercato. Il Sole 24 Ore ha definito il polo di Fiorenzuola d’Arda come «Logistica 5.0».
Si tratta di un hub automatizzato a struttura metallica autoportante, racchiuso da oltre 38.500 mq di pannelli sandwich termoisolanti Isofrozen dallo spessore di 200 mm: i pannelli e il loro giunto garantiscono una temperatura costante a -23° e assicurano un isolamento termico di elevata qualità ed efficienza.
Isofrozen è la soluzione Isopan per la progettazione e la realizzazione di ambienti a temperatura controllata; questo grazie all’eccellente conducibilità termica del poliuretano, che permette di massimizzare l’isolamento dell’edificio, riducendo al minimo i costi energetici. I pannelli Isofrozen sono marchiati CE e dotati di certificazione FM Approval; gli studi LCA (Life Cycle Assessment) condotti su Isofrozen hanno consentito di ottenere la certificazione EPD (Environmental Product Declaration), fondamentale per le certificazioni LEED e BREEAM richieste dal cliente.
I pannelli godono delle certificazioni europee di comportamento al fuoco, arrivando a una classe di reazione al fuoco bs1d0 (la massima ottenibile su prodotti in schiuma poliuretanica) e resistenza al fuoco fino a 1 ora.
Il comportamento al fuoco e le prestazioni meccaniche in risposta a spinte al vento, come quelle degli uragani in zone tropicali, sono risultati determinanti per certificare i pannelli Isofrozen FM Approval, tra i più alti standard di qualità del prodotto dal punto di vista della sicurezza.
La facciata esternamente è composta da un elegante pattern che alterna pannelli con toni chiaro (bianchi e grigi) per evitare l’accumulo indesiderato di calore; anche il colore utilizzato sui pannelli in copertura è bianco puro, per massimizzare la riflessione termica solare. L’architettura risultante combina la funzionalità delle cromie scelte con uno specifico target prestazionale, frutto di progettazione integrata tra gli esperti di New Cold e lo staff tecnico di Isopan.
La scelta tecnologica è ricaduta sul pannello Isofrozen di spessore pari a 200 mm con elevata resistenza termica e quindi dal grande potere isolante. I giunti di questo pannello sono studiati in modo da garantire una forte tenuta all’aria e quindi da mantenere costante la temperatura interna di -23°C. Nello specifico Isopan ha sviluppato una tecnologia innovativa di isolamento chiamata LEAF, un formulato di nuova generazione con ritardanti di fiamma non alogenati, non nocivi per l’ambiente, e con un miglioramento nel contenimento delle dispersioni termiche pari al 20%.
In sintesi, si tratta di un progetto estremamente performante e innovativo dove la sostenibilità e l’economia procedono come obiettivi comuni e definiscono un risultato finale che unisce lo spiccato carattere architettonico, la funzionalità e l’efficienza energetica.
Marta Lupi, ingegnere dei materiali e R&D Project Manager di Isopan, si occupa di progetti di ricerca volti ad individuare nuove soluzioni di prodotto e processo. Lavora a stretto contatto con Università, centri di ricerca e partner strategici per l’innovazione.
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