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Direttiva Case Green 2024: cos’è, come si applicherà e cosa cambia per l’edilizia

Direttiva Case Green 2024: cos’è, come si applicherà e cosa cambia per l’edilizia

Con l’approvazione della Direttiva Case Green (EPBD 2024), l’Unione Europea ha definito un nuovo quadro normativo per ridurre i consumi e le emissioni degli edifici, responsabili di circa il 40% del consumo energetico totale e del 36% delle emissioni di CO₂ in Europa.

Si tratta di un passaggio chiave nel percorso verso la neutralità climatica al 2050. Per l’Italia, dove gran parte del patrimonio edilizio è obsoleto e inefficiente, la direttiva segna l’inizio di una trasformazione che coinvolgerà progettisti, imprese e proprietari di immobili.

Cos’è la Direttiva Case Green

La Direttiva Case Green (EPBD 2024) è la revisione della normativa europea sulla prestazione energetica nell’edilizia. L’obiettivo è accelerare la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente e garantire che i nuovi edifici siano a emissioni zero.

I punti cardine sono:

  • Riduzione progressiva dei consumi energetici degli edifici residenziali e non residenziali.
  • Neutralità climatica entro il 2050, con il traguardo degli “edifici a zero emissioni operative”.
  • Obblighi di ristrutturazione per gli immobili meno performanti, in particolare quelli pubblici.

Come si attuerà nei diversi Paesi

Ogni Stato membro dovrà adottare Piani Nazionali di Ristrutturazione che includano:

  • obiettivi intermedi al 2030 e 2033;
  • strategie per ridurre la quota di edifici energivori;
  • meccanismi di monitoraggio e verifica in linea con gli standard UE.

Sul piano economico, la direttiva sarà supportata da:

  • InvestEU e fondi strutturali europei, destinati a progetti di riqualificazione;
  • sinergie con incentivi nazionali, come il Piano Transizione 5.0 in Italia;
  • un maggiore coinvolgimento di ESCO e partenariati pubblico-privati, che permetteranno di finanziare e gestire gli interventi con formule innovative.

Le nuove prestazioni energetiche richieste

La direttiva introduce obiettivi vincolanti per migliorare le prestazioni del parco edilizio.

  • Edifici non residenziali:
    • Entro il 2030, ristrutturazione del 16% degli immobili con le peggiori prestazioni.
    • Entro il 2033, ristrutturazione del 26% degli immobili con le peggiori prestazioni.
  • Edifici residenziali:
    • Miglioramento graduale delle prestazioni con tappe definite dai piani nazionali.
    • Entro il 2050, tutti gli edifici dovranno raggiungere lo standard “a zero emissioni operative”.
  • Edifici pubblici:
    • Scuole, ospedali e uffici saranno i primi a essere coinvolti, fungendo da modello per il resto del settore.

In questo quadro, l’involucro edilizio (pareti, coperture e facciate) avrà un ruolo determinante per ridurre i consumi, limitare le dispersioni termiche e favorire l’integrazione delle fonti rinnovabili.

Cosa cambierà per il patrimonio edilizio

L’impatto della direttiva sarà significativo soprattutto nei Paesi con un parco immobiliare obsoleto, come l’Italia:

  • Residenziale: sarà necessario accelerare la riqualificazione degli edifici più vecchi e inefficienti, che spesso hanno consumi molto superiori alla media europea.
  • Non residenziale: uffici, capannoni industriali e logistica saranno soggetti a interventi mirati, con priorità per gli immobili energivori.
  • Pubblico: scuole e ospedali diventeranno un banco di prova per le nuove strategie di riqualificazione.

Per i proprietari e i gestori di immobili, questo significherà pianificare interventi di medio-lungo periodo, con l’obbligo di rispettare le scadenze fissate.

Le implicazioni per il settore delle costruzioni

Il mondo delle costruzioni sarà direttamente coinvolto.

  • Architetti e progettisti dovranno integrare i requisiti energetici già dalle prime fasi di concept e capitolato.
  • Imprese saranno chiamate a sviluppare competenze in soluzioni innovative, come la prefabbricazione e i sistemi off-site, che permettono di ridurre tempi e costi di cantiere.
  • Produttori di materiali avranno un ruolo centrale nell’offrire soluzioni performanti per l’involucro edilizio, capaci di rispondere alle nuove esigenze di efficienza e durabilità.

La direttiva, quindi, non rappresenta solo un vincolo normativo, ma anche un’occasione di rilancio e di innovazione per il settore.

Tabella di sintesi: obiettivi e scadenze

Anno

Obiettivo principale

Ambito di applicazione

2030

Ristrutturazione del 16% degli edifici non residenziali con le peggiori prestazioni

Edifici non residenziali

2033

Ristrutturazione del 26% degli edifici non residenziali con le peggiori prestazioni

Edifici non residenziali

2050

Tutti gli edifici a “zero emissioni operative”

Residenziale, non residenziale, pubblico


La Direttiva Case Green 2024 rappresenta una svolta per l’edilizia europea. Non si tratta solo di un obbligo normativo, ma di una spinta verso un nuovo paradigma costruttivo, che mette al centro la riduzione dei consumi, l’integrazione delle rinnovabili e la qualità degli spazi abitativi.

Per architetti, imprese e produttori di materiali si aprono grandi opportunità: guidare la transizione energetica, proporre soluzioni innovative e contribuire a trasformare un patrimonio edilizio oggi obsoleto in un modello di efficienza e sostenibilità.

FAQ

  1. Che cos’è la Direttiva Case Green (EPBD 2024)?
    È la revisione della normativa europea sulla prestazione energetica degli edifici, che fissa obiettivi vincolanti per ridurre i consumi e le emissioni del settore edilizio.
  2. Quali sono le nuove prestazioni energetiche richieste?
    Entro il 2030 dovrà essere ristrutturato almeno il 16% degli edifici non residenziali meno efficienti, percentuale che salirà al 26% nel 2033. Al 2050 tutti gli edifici dovranno essere a “zero emissioni operative”.
  3. Come si attuerà la direttiva nei diversi Paesi?
    Attraverso Piani Nazionali di Ristrutturazione, strumenti di monitoraggio e il supporto finanziario di fondi europei e incentivi nazionali.
  4. Quali edifici saranno più impattati?
    Gli edifici non residenziali meno efficienti e gli edifici pubblici (scuole, ospedali, uffici) saranno i primi a dover rispettare i nuovi requisiti.
  5. Quali opportunità si aprono per architetti e imprese?
    La direttiva offre la possibilità di guidare la trasformazione del settore, proponendo soluzioni innovative, efficienti e sostenibili per la riqualificazione del patrimonio edilizio.

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Fonti utili per approfondire

Per chi desidera approfondire ulteriormente i contenuti della Direttiva Case Green (EPBD 2024) e i suoi strumenti applicativi, ecco una selezione di fonti istituzionali e documenti di supporto:

  • Testo ufficiale della Direttiva (UE) 2024/1275 – pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea. 
  • Commissione Europea – Direttiva sulla prestazione energetica degli edifici (EPBD) – panoramica aggiornata su obiettivi, strumenti e implementazione. 
  • EPBD Implementation Support Package (luglio 2025) – linee guida, regolamenti e strumenti per l’attuazione pratica.
  • BPIE – “The revised EPBD decrypted” (2024) – sintesi analitica delle novità introdotte, dai passaporti di ristrutturazione ai requisiti per edifici a emissioni zero.
  • Zero-Emission Buildings (Commissione Europea) – approfondimento sul concetto di edifici a emissioni zero e sulle tappe di applicazione.

Scritto da

Raffaele Bulgarelli - Digital Marketing Expert presso Manni Group
Raffaele Bulgarelli - Digital Marketing Expert presso Manni Group

Raffaele, Digital Marketing Expert di Manni Group, collabora in modo sinergico con Isopan entrando in contatto con il mondo tecnico del pannello sandwich e osservando i trend evolutivi dell’edilizia. Grazie alla formazione in Architettura ha un occhio attento su temi e attività online che coinvolgono i progettisti e gli architetti.

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