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Arch. Bruna Bonavita e Lithus: architettura sostenibile tra innovazione e circolarità

Arch. Bruna Bonavita e Lithus: architettura sostenibile tra innovazione e circolarità
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MGDA & YACademy

Arch. Bruna Bonavita e Lithus: architettura sostenibile tra innovazione e circolarità

Dalla borsa di studio Manni Group al progetto Lithus, il percorso di un’architetta italo-brasiliana che immagina un modo nuovo di costruire: più umano, sostenibile e consapevole.

Architetta italo-brasiliana, giovane e determinata, Bruna Bonavita rappresenta una nuova generazione di professionisti che uniscono creatività, ricerca e responsabilità ambientale. Dopo essersi laureata in Architettura e Ingegneria Edile all’Università degli Studi di Ferrara, ha partecipato al Master in Offsite Technologies for Architecture (OTA) promosso da YACademy in collaborazione con Manni Group, risultando vincitrice della borsa di studio intitolata a Giuseppe Manni, un riconoscimento che premia talento, impegno e visione verso un futuro dell’architettura più sostenibile e tecnologicamente evoluto.

Oggi, trasferitasi a Londra per proseguire gli studi presso la University College London (UCL) con un Master in Health, Wellbeing and Sustainable Buildings, Bruna continua a esplorare le connessioni tra architettura, comfort e salute, mantenendo saldo il legame con le esperienze vissute in Italia.

L’abbiamo incontrata per parlare del suo percorso, del progetto Lithus, e di come vede l’evoluzione della professione in un’epoca di cambiamento.

 

Cosa l’ha spinta a scegliere il Master in Offsite Technologies for Architecture e cosa le ha lasciato, sia dal punto di vista umano che professionale?

“Ho scelto il Master OTA perché rappresentava la sintesi perfetta tra due temi che da sempre mi appassionano: la tecnologia applicata alla costruzione e la sostenibilità.
È stata un’esperienza intensa e trasformativa: mi ha permesso di confrontarmi con docenti e colleghi provenienti da contesti internazionali, e soprattutto di capire come l’innovazione tecnologica possa davvero tradursi in soluzioni concrete per l’ambiente costruito.

Ciò che rende unico questo Master è il contatto diretto con il mondo reale: non solo teoria, ma un dialogo costante tra progettazione e industria, tra idea e realizzazione.
Vincere la borsa di studio intitolata a Giuseppe Manni è stato per me un grande onore e un segno di fiducia che mi ha motivata a continuare a impegnarmi in progetti legati alla costruzione sostenibile.”

 

Cosa ha scoperto entrando in contatto con Manni Group e con il mondo della prefabbricazione?

“L’esperienza con Manni Group mi ha fatto comprendere quanto sia importante la collaborazione tra architetti, ingegneri e industria.
Spesso, durante il percorso accademico, non si ha una reale percezione dei processi produttivi o delle potenzialità dei materiali.
Entrare in contatto con un’azienda che vive ogni giorno l’innovazione mi ha insegnato che le idee progettuali e la capacità industriale devono procedere insieme per generare un impatto reale e sostenibile.”

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Lithus: la bellezza che nasce dal riuso

Durante il Master OTA, Bruna Bonavita ha sviluppato il progetto Lithus insieme al tutor Arch. Giulio Rigoni, associato dello studio BIG – Bjarke Ingels Group, figura fondamentale nell’evoluzione del concept, del linguaggio e delle scelte progettuali. Il suo contributo ha orientato il progetto verso una sintesi tra ricerca, forma e sostenibilità.

Lithus affronta in chiave architettonica una delle sfide più urgenti dell’industria del marmo: la gestione e il recupero degli scarti di lavorazione.
Il nome — dal greco λίθος, “pietra” — racchiude l’ambizione di trasformare materiali preziosi ma dimenticati in nuove forme architettoniche fondate sui principi dell’economia circolare.

Grazie alla collaborazione con Prussiani Engineering, Remuzzi Marmi e Franchi Umberto Marmi, il progetto utilizza frammenti di marmo di Carrara lavorati con tecnologia Cut & Jet per creare pannelli modulari di 70x70 cm.
Questi elementi, diversi per venature e caratteristiche, possono essere impiegati in contesti differenti — dagli interni alle facciate ventilate — valorizzando le irregolarità del materiale come identità progettuale.

Un aspetto centrale è l’integrazione con sistemi di facciata ventilata Isopan (Manni Group), che dimostra come materiali di recupero possano dialogare con tecnologie industriali ad alte prestazioni energetiche.
Il risultato è una pelle architettonica che unisce matericità naturale, efficienza e sostenibilità.

Il progetto è stato esposto alla Marmomac 2025, all’interno della mostra “Verticalità Modulare” promossa da ADI – Associazione per il Disegno Industriale, ricevendo grande interesse da pubblico e professionisti.

“Ogni frammento conserva la propria storia e la propria bellezza”, racconta Bruna. “Lithus vuole mostrare che la sostenibilità non è solo una questione di processo, ma anche di linguaggio: ciò che è imperfetto può diventare armonioso.”

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Dopo questa esperienza, quali direzioni professionali sta esplorando?

“Oggi vivo a Londra e sto frequentando il Master in Health, Wellbeing and Sustainable Buildings alla University College London.
È un percorso che amplia la mia visione, portando l’attenzione sul benessere umano e sulla qualità dell’ambiente costruito.
Sto cercando di coniugare la ricerca accademica con la pratica professionale, con l’obiettivo di contribuire alla realizzazione di architetture che migliorino la qualità della vita delle persone rispettando il pianeta.”

 

In questa prospettiva, come definirebbe oggi una “buona architettura”?

“Per me una buona architettura è quella che mette al centro l’essere umano e riesce a unire tecnologia, estetica e responsabilità ambientale.
Non riguarda solo l’edificio finale, ma l’intera filiera: materiali, produzione, condizioni di lavoro, impatto sociale.”

 

Quanto è importante la collaborazione tra progettisti e industria?

“Essenziale.
Il dialogo con il mondo industriale cambia radicalmente il modo di pensare e progettare.
Capire come vengono realizzati i componenti, quali sono i limiti e le potenzialità dei processi produttivi, permette di progettare in modo molto più consapevole.
Solo l’incontro tra visione creativa e capacità industriale può generare soluzioni realmente innovative.”

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Come immagina l’architettura dei prossimi vent’anni?

“Immagino un’architettura sempre più digitale, modulare e sostenibile.
Credo che i processi offsite diventeranno sempre più centrali, così come l’uso di materiali intelligenti e tecniche di costruzione più pulite e veloci.
L’obiettivo sarà coniugare benessere, efficienza e bellezza, creando spazi che migliorano la vita delle persone e del pianeta.”

 

Il percorso di Bruna Bonavita, tra Italia e Brasile, ricerca e industria, rappresenta l’evoluzione di una nuova generazione di architetti.
La sua esperienza, dal Master OTA al progetto Lithus, dimostra come la collaborazione tra mondo accademico, realtà industriali e figure di riferimento come il tutor Arch. Giulio Rigoni possa generare innovazione concreta e responsabile.

Lithus è il simbolo di questa visione: un progetto che intreccia tecnologia, estetica e sostenibilità per dare nuova vita alla materia e ridurre gli sprechi, perfettamente in linea con la missione di Manni Group.

Come ricorda Bruna, costruire oggi significa immaginare processi, relazioni e cicli virtuosi.
È da questo dialogo — tra creatività, tecnica e industria — che nascono le architetture capaci di migliorare la vita delle persone e il futuro del pianeta.

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Scritto da

Raffaele Bulgarelli - Digital Marketing Expert presso Manni Group
Raffaele Bulgarelli - Digital Marketing Expert presso Manni Group

Raffaele, Digital Marketing Expert di Manni Group, collabora in modo sinergico con Isopan entrando in contatto con il mondo tecnico del pannello sandwich e osservando i trend evolutivi dell’edilizia. Grazie alla formazione in Architettura ha un occhio attento su temi e attività online che coinvolgono i progettisti e gli architetti.

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