"L'architettura del futuro si orienta verso soluzioni che non si limitano all’estetica, ma abbracciano sfide ambientali e sociali. Durante il Master in Off-Site Technologies for Architecture (OTA), promosso da Manni Group, alcuni dei professionisti più influenti nel campo dell’architettura responsabile hanno esplorato visioni innovative per edifici funzionali, a basso impatto ambientale e inclusivi. Gli interventi al master hanno evidenziato temi che spaziano dalla sostenibilità alla tecnologia, dall’empatia alla collaborazione interdisciplinare."
Sommario:
La sostenibilità è stata uno dei concetti chiave del master, ma il suo significato ha assunto sfumature più profonde grazie agli interventi del paneldocente. Paolo Cresci, Associated Director di Arup, ha introdotto il concetto di architettura rigenerativa, ponendo l’accento su come un edificio possa non solo ridurre il proprio impatto ambientale, ma contribuire attivamente alla salute dell'ecosistema. In questo contesto, Cresci ha parlato dell'importanza di usare materiali locali e soluzioni che riducano al minimo l'uso delle risorse, rendendo ogni edificio parte di un sistema più ampio.
Mario Cucinella, fondatore della SOS School of Sustainability, ha sottolineato la necessità di una progettazione che vada oltre la riduzione delle emissioni. Il suo approccio olistico unisce aspetti ambientali, sociali ed economici, come dimostrato nel Polo Chirurgico del San Raffaele di Milano, in cui la luce naturale e il verde integrato contribuiscono a migliorare l’esperienza dei pazienti e del personale sanitario. Per Cucinella, l’architettura deve servire le persone, promuovendo il benessere e un rapporto armonioso con la natura.
Un tema cruciale emerso durante il master è stata l'integrazione della complessità nei progetti architettonici. Paolo Matteuzzi di Zaha Hadid Architects ha esplorato l'uso del design parametrico come strumento per creare forme complesse che rispondano a esigenze strutturali ed estetiche, senza perdere di vista la sostenibilità. Secondo Matteuzzi, la complessità è una risorsa, e il design parametrico consente di superare i vincoli imposti dai metodi tradizionali, mantenendo al centro la qualità del progetto.
In parallelo, Arne Emerson, partner di Morphosis, ha esaminato le opportunità e i limiti dell’architettura modulare e prefabbricata, discutendo la sfida di mantenere un'esperienza spaziale autentica pur avvalendosi delle tecniche industrializzate. Emerson ha sottolineato che l’efficienza costruttiva deve sempre bilanciarsi con il comfort e l’esperienza degli abitanti, perché modularità non significa rinunciare alla qualità e all’unicità del design.
L’intelligenza artificiale (AI) è una delle innovazioni cruciali che stanno trasformando il settore architettonico. Emerson ha illustrato come l’AI possa supportare il processo creativo e migliorarne l'efficienza, accelerando la progettazione di soluzioni architettoniche complesse. Secondo lui, l’AI non sostituisce il pensiero creativo, ma consente agli architetti di affrontare problemi complessi più rapidamente, delegando compiti tecnici ripetitivi per lasciare spazio all'immaginazione e all'innovazione.
Anche Paolo Matteuzzi ha discusso il ruolo dell'AI, insieme alla realtà virtuale e alla prototipazione digitale, nel migliorare la precisione del design parametrico. In particolare, ha evidenziato come queste tecnologie consentano di testare e ottimizzare soluzioni architettoniche in modo accurato, contribuendo a realizzare edifici funzionali, belli e sostenibili. Matteuzzi ha sottolineato che queste innovazioni tecnologiche non solo velocizzano la realizzazione dei progetti, ma consentono di armonizzare design e funzionalità.
Un altro tema centrale è stato il concetto di architettura empatica. Nicola Scaranaro, partner di Foster + Partners, ha raccontato come il suo studio adotti un approccio incentrato sulle persone, soprattutto nei progetti di ricostruzione. In situazioni come il recupero di Antakya, in Turchia, dopo i terremoti, Foster + Partners ha lavorato per mantenere vivo il ricordo dei luoghi, rispettando la memoria culturale e storica. Scaranaro ha sottolineato che in contesti simili, la sfida è preservare le tradizioni mentre si costruisce per il futuro, creando ambienti che favoriscano la socialità e la coesione.
Mario Cucinella ha ampliato il discorso sull’architettura empatica, definendo l'architetto come un narratore che deve comprendere e rispondere ai bisogni emotivi e sociali delle persone. Secondo Cucinella, progettare spazi che promuovano il benessere significa considerare ogni aspetto della vita delle persone, dalla qualità dell’aria alla luce, fino agli elementi naturali integrati negli spazi di vita.
Un altro aspetto emerso è la collaborazione interdisciplinare, ritenuta fondamentale per affrontare la complessità della progettazione contemporanea. Paolo Cresci di Arup ha sottolineato come la combinazione di competenze diverse - dall'ingegneria alla psicologia ambientale - arricchisca il progetto e permetta di creare edifici che rispondano non solo alle esigenze funzionali ma anche ai bisogni emotivi e sociali degli utenti finali. Questa collaborazione consente agli architetti di sviluppare soluzioni integrate che rispettino l’ambiente e rispondano alle sfide del cambiamento climatico.
Nicola Scaranaro ha sostenuto questa visione, spiegando come Foster + Partners lavorino con antropologi, psicologi, designer e artisti per comprendere appieno le esigenze delle comunità. La collaborazione tra discipline diverse non solo arricchisce il progetto, ma garantisce che gli edifici siano pensati per durare nel tempo, rispondendo alle necessità di un mondo in continua evoluzione.
Durante il master è stato ampiamente discusso anche l’uso di materiali innovativi e sostenibili. Paolo Cresci ha parlato del 3D printing come strumento per ottimizzare l’uso dei materiali, riducendo gli sprechi e migliorando l’efficienza in fase di costruzione. Il progetto 3D Housing 05 di Arup, creato con materiali locali e stampato interamente in 3D nel centro di Milano, rappresenta un esempio di come la stampa 3D possa ridurre l’impronta di carbonio, evitando il trasporto di materiali e sfruttando risorse locali.
Anche Emerson ha trattato il tema dei materiali, parlando dell’importanza di scegliere componenti locali e sostenibili, evitando materiali ad alto impatto ambientale. L’uso di materiali organici e l’ottimizzazione delle risorse, spiega Emerson, sono alla base di un’architettura che sia rigenerativa e resiliente, in grado di adattarsi ai cambiamenti climatici e ridurre le emissioni di CO2.
Gli argomenti affrontati al Master in OffSite Technologies for Architecture dimostrano che l’architettura del futuro si trova a un bivio. Da un lato, le sfide ambientali richiedono una profonda revisione delle tecniche e dei materiali, spingendo verso un’architettura rigenerativa e sostenibile. Dall’altro, l’esigenza di creare spazi significativi per le persone e le comunità richiede empatia, complessità e un approccio olistico.
Il programma OTA è stato, in questo senso, non solo un’occasione formativa ma anche un laboratorio di idee per sperimentare e riflettere su cosa significhi progettare per un mondo migliore. Gli architetti di oggi, quindi, non sono solo costruttori, ma veri agenti di cambiamento che, attraverso l’innovazione e la consapevolezza sociale, danno forma a un’architettura che guarda avanti, verso un futuro più sostenibile e inclusivo.