Innovazione, sostenibilità e cultura si incontrano nella terza edizione del Master in Offsite Technologies for Architecture. Un evento patrocinato da importanti istituzioni del settore, che ha visto l’intervento di Luciano Galimberti (ADI) sul futuro dell’architettura e la necessità di un cambio di paradigma verso la costruzione sostenibile e responsabile.
Guarda l'intervento di Luciano Galimberti presidente di ADI
Il 3 Dicembre 2024, presso l'ADI Design Museum di Milano, si è inaugurata la terza edizione del Master in Offsite Technologies for Architecture, un'iniziativa promossa da Manni Group in collaborazione con YACademy e patrocinata da EDERA, Fondazione Promozione Acciaio, UNICMI, ADI, EURAC, e ILFI. Questo evento rappresenta un punto di riferimento per l'approfondimento delle tecnologie costruttive off-site, proponendosi come un'occasione unica per professionisti e studenti di architettura di esplorare approcci innovativi alla progettazione e alla costruzione orientata al benessere sociale e ambientale.
La sede dell'ADI Design Museum non è stata una scelta casuale. Come sottolineato dal Presidente di ADI, Luciano Galimberti, questa location rappresenta molto più di uno spazio fisico: è un luogo di confronto attivo, in cui le idee si incontrano e si trasformano in azioni concrete. Durante il suo intervento, Galimberti ha offerto una visione profonda e articolata sul futuro dell'architettura, evidenziando la necessità di un cambiamento culturale e tecnologico per affrontare le sfide contemporanee del settore edilizio.
Il contesto del Master: un ponte tra formazione e innovazione
Il Master in Offsite Technologies for Architecture nasce dall'esigenza di rispondere a una crescente domanda di innovazione nel settore delle costruzioni. Le tecnologie off-site rappresentano una soluzione concreta a criticità come l'inefficienza energetica, i lunghi tempi di realizzazione e i costi elevati. Questo approccio, che prevede la realizzazione di componenti edilizi in stabilimento per poi assemblarli in cantiere, consente di ottimizzare i processi produttivi, ridurre gli sprechi e garantire standard qualitativi elevati.
Tra i temi centrali del Master figurano:
Il patrocinio di ADI sottolinea l'importanza di un approccio multidisciplinare, che unisca design, architettura e ingegneria per creare soluzioni che siano non solo funzionali, ma anche esteticamente rilevanti e socialmente responsabili.
L'intervento di Luciano Galimberti: tra cultura e sostenibilità
Luciano Galimberti ha aperto il suo discorso ringraziando Manni Group per aver scelto nuovamente l'ADI Design Museum come sede del Master, evidenziando come questa scelta rifletta un impegno verso il dialogo e l'innovazione. “Le grandi rivoluzioni passano prima da un modello culturale”, ha dichiarato Galimberti, sottolineando come il settore dell'edilizia sia attualmente in una fase di profonda trasformazione.
Uno degli aspetti centrali del suo intervento è stato il confronto tra il “cantiere umido”, tipico delle costruzioni tradizionali, e il “cantiere secco”, realizzato con le tecnologie off-site. Questo passaggio, secondo Galimberti, non è solo una questione tecnica, ma una necessità culturale e sociale. Le tecnologie off-site, infatti, offrono risposte concrete a sfide come la sostenibilità ambientale, la riduzione dei costi e l’ottimizzazione dei tempi di realizzazione.
Innovazione territoriale e rigenerazione urbana
Un altro tema cruciale affrontato da Galimberti è stato quello dell’“innovazione territoriale”, che si distingue dalla semplice riqualificazione urbana. Secondo il Presidente di ADI, non è sufficiente creare spazi fisici, come piazze o agorà, ma è fondamentale individuare elementi aggregativi che diano senso e vitalità a questi luoghi. Ha citato l’esempio di Piazza San Pietro, che in assenza del Papa sarebbe solo una bella piazza, mentre la sua presenza la rende il centro della cristianità mondiale.
Galimberti ha anche fatto riferimento alle teorie di Jacques Lacan, in particolare al concetto di “lalangue”, per descrivere come le città comunichino attraverso segnali non verbali che creano connessioni tra le persone. Interpretare questi segnali è essenziale per sviluppare scenari urbani dotati di significato e valore sociale.
La sfida della sostenibilità
La sostenibilità è stata al centro dell’intervento di Galimberti, il quale ha criticato l’approccio superficiale di alcune pratiche architettoniche, affermando che “l’ambientalismo senza la politica si chiama giardinaggio”. Per affrontare in modo sostanziale la sostenibilità, è necessario coinvolgere l’intera filiera produttiva e adottare tecnologie che garantiscano performance elevate sin dalla fase progettuale.
Galimberti ha anche evidenziato l’importanza di un approccio integrato che coinvolga le istituzioni. Ha sottolineato come la competizione tra territori richieda una regolamentazione che garantisca opportunità per tutti, evitando la creazione di “città vetrina” inaccessibili. Ridurre i costi di costruzione attraverso l’adozione di tecnologie off-site è, secondo lui, una delle chiavi per rendere l’edilizia accessibile ed efficiente.
Tecnologie off-site: un nuovo paradigma costruttivo
Le tecnologie off-site rappresentano una vera e propria rivoluzione nel settore edilizio. Tra i loro principali vantaggi figurano:
Questi aspetti rendono il cantiere a secco una soluzione ideale per rispondere alle sfide contemporanee dell’architettura, garantendo al contempo un alto livello di sostenibilità e innovazione.
L’intervento di Luciano Galimberti al Master in Offsite Technologies for Architecture ha offerto una visione chiara e lungimirante sulle sfide e le opportunità dell’architettura contemporanea. Il suo richiamo all’importanza di un approccio culturale, sociale e tecnologico rappresenta un invito a ripensare le pratiche tradizionali e ad adottare soluzioni innovative che mettano al centro la la responsabilità sociale e ambientale.
Iniziative come il Master promosso da Manni Group sono fondamentali per preparare i professionisti di domani a costruire un futuro migliore, in armonia con l’ambiente e le esigenze della società. Come ha sottolineato Galimberti, “gli architetti l’etica non la devono raccontare, devono costruirla”.