Nel pieno della crisi climatica e ambientale, la scelta dei materiali da costruzione non è più una questione tecnica ma etica. Gli architetti e i progettisti hanno oggi la responsabilità (e l’opportunità) di contribuire attivamente a un cambio di paradigma: dal costruire in modo meno impattante al costruire per rigenerare. Questo articolo nasce come guida pratica per orientarsi nel mondo dei materiali rigenerativi, definendone le caratteristiche, le strategie progettuali associate e gli strumenti utili per specificare in modo consapevole.
Il settore dell'edilizia è responsabile di almeno il 40% delle emissioni di carbonio globali, del 50% dei materiali estratti e del 35% dei rifiuti prodotti. Spesso questi impatti si estendono oltre l’ambiente: molte filiere fanno ricorso a lavoro forzato o schiavile, e contaminano le comunità con sostanze tossiche come i PFAS. Di fronte a questi dati, è evidente che la sola efficienza energetica non basta: è necessario ripensare profondamente i materiali e i processi.
Per comprendere pienamente il concetto, ecco alcune caratteristiche chiave dei materiali rigenerativi:
Come una foresta, che fornisce ossigeno, regola l’acqua, sostiene la biodiversità e non genera rifiuti, i materiali rigenerativi offrono benefici multipli e sistemici.
Il Pledge dell’AIA fornisce una bussola per la selezione olistica dei materiali. I cinque ambiti da considerare sono:
Vediamo ora alcune strategie progettuali concrete per integrare i materiali rigenerativi nei propri progetti.
Approcci come biomimicry e design biofilico aiutano a ripensare l'edificio come ecosistema, emulando forme, cicli e relazioni presenti negli ambienti naturali.
Riutilizzare una struttura esistente può ridurre fino al 75% l’energia incorporata. È importante agire fin dalla fase iniziale per massimizzare il riuso di elementi strutturali e finiture.
La prefabbricazione consente di realizzare componenti in ambienti controllati. Tra i vantaggi principali:
Pensare fin da subito allo smontaggio consente di preservare il valore dei materiali. Alcune strategie utili sono:
Ridurre l’impronta ambientale passa anche da una progettazione attenta alla quantità e alla qualità dei materiali. Si consiglia di:
Tra i materiali che oggi soddisfano i criteri della progettazione rigenerativa troviamo il legno certificato FSC e il CLT, apprezzati per la loro capacità di sequestrare carbonio, la resa estetica e la versatilità modulare. I materiali bio-based, come terra cruda, paglia, bambù, cellulosa o lana, sono altrettanto interessanti grazie alla loro origine naturale e alla facilità di smaltimento o riutilizzo. Sempre più diffusi sono anche i prodotti che riportano certificazioni ambientali come Declare o Living Product Challenge, che ne attestano la trasparenza, la salubrità e l'impatto positivo. Inoltre, l’impiego di materiali riciclati o locali permette di valorizzare risorse già esistenti e di ridurre significativamente le emissioni legate al trasporto.
Anche l'acciaio può rientrare tra le opzioni rigenerative, soprattutto quando proviene da filiere certificate, con contenuto riciclato elevato e possibilità di recupero e riuso alla fine del ciclo di vita. La sua durabilità e la capacità di essere smontato e reimpiegato in nuove costruzioni lo rendono un materiale strategico per un’edilizia circolare e resiliente.
Per orientarsi tra materiali e certificazioni, sono disponibili strumenti digitali e framework condivisi. Ecco alcune risorse utili:
L'adozione dei materiali rigenerativi può incontrare ostacoli. Ecco i principali, con le relative soluzioni:
Secondo ThinkLab, un progettista ha 26 volte più potere di specifica rispetto a un consumatore medio. Nei grandi studi, questo valore arriva a 111 volte. È una leva straordinaria per orientare l’intera filiera verso materiali rigenerativi.
Manni Group opera con una visione che integra sostenibilità, innovazione e circolarità lungo tutta la filiera dell’acciaio e delle tecnologie off-site, elementi centrali nella progettazione rigenerativa. Dall’analisi del Report ESG 2023 emergono tre macrotemi fondamentali:
Non serve aspettare la "prossima normativa" o la "prossima innovazione". Gli strumenti, i materiali e le strategie sono già disponibili. Ogni progettista può iniziare oggi, anche da un solo materiale, a progettare edifici che restituiscono valore all'ambiente, alle persone, alle comunità.