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Facciate a secco: funzionamento, struttura e bonus 2020

Scritto da Rocco Traini - Coordinamento Ufficio Tecnico | 22 aprile 2021 10.30.00 Z

Le facciate a secco costituiscono un’ottima soluzione edilizia, in quanto rispondono a una pluralità di esigenze progettuali.

Prima di analizzarle, va specificato che esse costituiscono una tipologia di involucro edilizio rientrante tra i sistemi di rivestimento esterno a secco.

Come tali, si intendono quelli in cui non è previsto l’utilizzo di acqua né di materiali che richiedono tempi di consolidamento dopo la posa.

Questa specificazione è già di per sé sufficiente a individuare il primo vantaggio delle facciate a secco: favorire il risparmio di materie prime e la riduzione dei tempi di realizzazione dell’opera.

Inoltre, questa soluzione esalta la funzione dell’involucro dell’edificio, migliorandola in termini di:

  • Resistenza agli agenti atmosferici;
  • Isolamento termico e acustico;
  • Efficientamento energetico;
  • Sostenibilità ambientale;
  • Estetica.

Detto in via generale dei vantaggi, può essere utile conoscere la struttura e il funzionamento delle facciate a secco, nonché scoprirne i benefici fiscali che essa garantisce.

 

Funzionamento

Parlando delle facciate a secco si fa riferimento, nello specifico alle facciate ventilate.

Si tratta di un sistema tecnologico di involucro adatto a qualsiasi tipo di edificio, il cui funzionamento è basato sull’esistenza di un’intercapedine posta tra lo strato isolante e quello esterno. 

Questo spazio permette la creazione di una camera di ventilazione, un camino naturale nel quale l’aria transita in maniera ascendente sfruttando le aperture poste alla base e alla sommità della facciata.

Il passaggio del flusso d’aria permette di ottenere di due vantaggi:

  1. Regolazione della temperatura all’interno dell’intercapedine, garantendo ottimi standard di isolamento termico che si traducono in un apprezzabile comfort abitativo, sia in estate che nel corso dei mesi più freddi;

  2. Evacuazione del vapore acqueo, che impedisce la formazione di condense e previene possibili infiltrazioni d’acqua e muffe.

Il funzionamento della facciata non può però prescindere dalla sua corretta progettazione. 

Ciò implica la preventiva analisi della struttura, che ora andremo a esaminare.

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Struttura delle facciate a secco

Essa prevede una composizione multistrati formata da:

  • Rivestimento esterno, con funzione di schermatura e protezione dagli agenti atmosferici; 
  • Intercapedine, fondamentale per generare l’effetto camino;
  • Struttura di supporto, che sostiene l’involucro;
  • Strato isolante, che assicura prestazioni coibentanti e benefici acustici.

Avendo già detto dell’intercapedine, passiamo ora a esaminare gli altri elementi che compongono questa soluzione edilizia.

Leggi anche “Quali sono gli strati funzionali di una parete ventilata”.

 

Rivestimento esterno

Ha il ruolo di proteggere l’edificio dalle intemperie e di valorizzarne l’estetica.

Ampia è la gamma di materiali utilizzabili per il rivestimento esterno (si va dalla pietra naturale al vetro, dall’alluminio a laminati per esterni), la cui scelta in sede progettuale deve essere effettuata in una logica di efficienza, armonia architettonica, sostenibilità economica ed ambientale.

In ogni caso, l’individuazione del materiale deve essere effettuata in base ad alcuni parametri quali:

  • Resistenza meccanica e termica;
  • Refrattarietà all’irraggiamento solare;
  • Capacità ignifuga e idrorepellente;
  • Facilità di pulizia e manutenzione;
  • Affidabilità nel tempo.

 

Struttura di sostegno

Ha la funzione di reggere il peso del rivestimento esterno mediante un insieme di appositi elementi di fissaggio, quali:

  • Staffe;
  • Montanti
  • Traversi;. 

Installati sul supporto esterno del pannello sandwich che funge da strato isolante, devono essere di lunghezza tale da da garantire lo spazio necessario alla creazione dell’intercapedine e sopperire alle dilatazioni termiche dovute all’escursione di temperatura

Generalmente, questi elementi sono realizzati in:

  • Acciaio inox;
  • Leghe di alluminio. 

Detto del rivestimento esterno e del sistema di sostegno, completiamo l’analisi analizzando lo strato isolante.

 

Strato isolante

Viene applicato direttamente sulla parete esterna dell’edificio ed è costituito da pannelli sandwich coibentati.

L’isolamento termico è garantito dal materiale, che solitamente è la schiuma poliuretanica o la lana minerale.

Lo strato isolante riveste una funzione fondamentale in termini di:

  • Comfort abitativo, riducendo i rumori esterni e garantendo in ogni stagione la miglior temperatura dei locali interni;
  • Risparmio energetico, grazie alla riduzione dei costi di raffrescamento e riscaldamento;
  • Ecosostenibilità, derivante dal minor consumo di energie.
  • Resistenza al fuoco data dall’applicazione di pannelli sandwich in lana di roccia

Quanto detto permette di capire che le facciate a secco offrono soluzioni progettuali interessanti, a cui si aggiunge un’interessante possibilità.

Esse infatti consentono di beneficiare del Superbonus edilizio del 110%.

Continua a leggere per scoprire come avvalertene.

 

Facciate a secco e bonus 2020

Garantendo l’efficientamento energetico dell’edificio e conseguentemente promuovendo la green sustainability, le facciate a secco rientrano tra gli interventi che beneficiano del bonus fiscale 2020.

Possibilità prevista dal Decreto Rilancio (D.L. n.34/2020) che consente di usufruire di una detrazione fiscale pari al 110% nel rispetto del massimale consentito (che per le facciate ventilate è pari a € 200.00 per metro quadro)

Al riguardo, va sottolineato la necessità di calcolare con attenzione la possibilità di rientrare nei parametri fissati per il godimento del bonus, i quali prevedono un tetto di spesa pari a:

  • € 50.000 per ogni singola unità abitativa di edifici unifamiliari o villette a schiera;
  • € 40.000 per singola unità abitativa compresa in edifici composti da 2 a 8 unità;
  • € 30.000 per ogni singola unità abitativa di edifici composti da più di 8 unità.

A ciò vi è da aggiungere che i costi di realizzazione della facciata ventilata sono indubbiamente alti, e che essi sono calcolati (in relazione al bonus del 110%) al netto di IVA e di prestazioni professionali, nonché delle spese per le opere complementari relative all’installazione e alla messa in opera delle tecnologie.

Tuttavia, pur trattandosi di una soluzione costosa, la facciata ventilata è apprezzabile per i vantaggi che assicura sia in termini di innovazione tecnologica che di efficientamento energetico.

Fatta questa breve parentesi, bisogna poi specificare che il beneficio fiscale in esame è applicabile anche alle spese riguardanti:

  • Fornitura e posa;
  • Costi tecnici (inclusi il visto di conformità, le attestazioni e le asseverazioni).

Inoltre, si può usufruire del vantaggio fiscale quando:

  1. L’intervento riguarda il rifacimento dell’involucro dell’edificio per oltre il 25% della superficie disperdente lorda;
  2. Deve essere assicurato, insieme anche ad altri interventi, il salto di almeno due classi energetiche;
  3. I materiali isolanti utilizzati nella realizzazione dell’opera devono essere rispondenti ai requisiti CAM (Criteri Ambientali Minimi);
  4. La realizzazione dell’opera deve garantire la riduzione della trasmittanza termica U degli elementi opachi;
  5. I costi dell’intervento dovranno essere uguali o inferiori a quelli mediamente previsti per opere dello stesso tipo.

A tutto ciò vi è da aggiungere la possibilità di trasformare la detrazione fiscale in uno sconto in fattura.

Quest’ultimo potrà poi essere recuperato dal costruttore mediante cessione del relativo credito d’imposta ad altri soggetti (quali banche e intermediari finanziari autorizzati).

La trasformazione della detrazione in credito d’imposta è però vincolata al preventivo ottenimento, da parte del contribuente, di un apposito visto di conformità.

Ora se vuoi puoi scaricare la guida alle soluzioni Manni Group per l’ecobonus, superbonus 110% e bonus facciate: