Le aziende italiane sono da sempre interessate all’aspetto dell’efficienza energetica, visto che i prezzi dell’energia in Italia sono sempre stati maggiori della media UE e i recenti aumenti dei prezzi dell'energia, osservati negli ultimi mesi, sembrano aver accelerato notevolmente l'adozione di misure per migliorare l'efficienza energetica e installare impianti per la produzione di energia rinnovabile in proprio.
Attualmente, queste due tipologie di investimento si rivelano particolarmente efficaci nel promuovere un'accelerazione nel processo di transizione energetica delle imprese, ma, è importante sottolineare che siamo ancora molto distanti dall'ottenere un mix energetico a basse emissioni di carbonio, basato principalmente su fonti rinnovabili.
Secondo il recente "Report sul cambiamento climatico e le strategie delle imprese" realizzato da Assolombarda, Banca d’Italia e Confindustria Lombardia, solo il 12% delle imprese lombarde riesce ad autoprodurre più del 10% del proprio fabbisogno energetico con le rinnovabili.
Si tratta di un dato che evidenzia la necessità di un'intensiva e stabile sostenibilità degli investimenti nell'efficienza energetica e nelle fonti energetiche rinnovabili per dare continuità al processo di decarbonizzazione, diminuire gli alti costi dell’energia, abbattere l’utilizzo dell’energia per unità di prodotto e in definitiva rendere più competitiva la struttura industriale del paese che è pur sempre il secondo per produzione manifatturiera nell’Unione europea.
Da qui la necessità d’incentivare l’efficienza energetica per le imprese e specialmente le PMI, ma il quadro che emerge è caratterizzato da una discontinuità e frammentarietà degli incentivi.
Esistono una serie di caratteristiche che le politiche d’incentivazione non possono ignorare, anche alla luce delle esperienze più recenti, se di si vogliono avere dei risultati concreti. Eccone una breve sintesi:
Sono oltre 30 le misure nazionali e regionali attive a oggi in Italia e non c’è traccia di una misura strutturale che possa gestire l’efficienza energetica e la disponibilità di fondi di sviluppo regionale e di coesione, quelli del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) – che oltretutto è in via di revisione – sembrano insufficienti sia dal punto di vista economico, ma anche e soprattutto dal punto di vista dell’accesso a queste risorse.
Sul fronte delle difficoltà d’accesso agli incentivi per l’efficienza energetica da parte delle imprese, varie associazioni imprenditoriali hanno identificato quelle principali che sono:
Si tratta di punti, quelli indicati per superare i quali sarebbe importante dotarsi di strumenti come gli incentivi fiscali strutturali che consentono una buona facilità d’accesso e la possibilità di cumulare l’incentivo fiscale con i fondi regionali, con il PNRR e con la cosiddetta Nuova Sabatini che è anche in versione “Green”.
Ciò consentirebbe, oltretutto, una buona pianificazione aziendale degli interventi poiché la somma degli incentivi, con i dovuti limiti di cumulabilità, permette di effettuare interventi strutturali importanti sul fronte delle filiere interne alle imprese.
Se a ciò uniamo anche gli incentivi per l’autoproduzione dell’energia da fonti rinnovabili all’interno delle strutture produttive si può arrivare a concepire strumenti potenti, in primo luogo sul fronte della decarbonizzazione, ai quali s’aggiungono importanti risparmi e la stabilità dei prezzi energetici.
Il tutto in sintonia con i nuovi obiettivi climatici varati dall’Unione europea che sono particolarmente sfidanti.
Manni Energy accompagna le imprese nel percorso di efficienza energetica e decarbonizzazione, supportando le aziende nell'ottenimento di informazioni, fondi e quindi realizzando interventi di efficientamento. Per avere informazioni parla con un esperto.