Il tema della sostenibilità rappresenta un argomento entrato a pieno titolo in ogni aspetto del quotidiano. Non fanno eccezione il mondo dell’architettura e quello dell’edilizia. L'ultimo Salone del Mobile, per esempio, è stato realizzato sotto il cappello della sostenibilità con iniziative sul tema che hanno animato anche gli eventi del Fuorisalone. Non solo, si è parlato di sostenibilità anche in occasione dell'assegnazione del Compasso d'Oro, lo scorso giugno.
Tuttavia, la riflessione spontanea sul tema riguarda il pericolo che si corre per via dell’abuso di questo termine. La conseguenza più significativa è lo svuotamento del suo contenuto. Quasi che la sostenibilità sia diventata un alibi per il progetto, laddove magari il progetto non è qualitativamente ottimale ma rispetta i parametri di sostenibilità.
Dunque come approcciarsi nel modo giusto ad un’edilizia davvero sostenibile? Danilo Premoli, architetto e giornalista attivo da anni nel settore dell’architettura e del design, nonché fondatore del blog Office Observer, lo ha chiesto a Vince Di Dato, General Director di Xerdan Ltd, realtà attiva sul tema della Comprehensive Sustainability, design strategico e soluzioni per crisi ed emergenze e, in dialogo, a Helen Scandellari, Business Sustainability Officer di Manni Group.
Come nasce Xerdan e su cosa lavora?
La consapevolezza di dover fare qualcosa di forte e concreto per evolvere un modo di vivere più sostenibile, più sicuro e per promuovere azioni sinergiche, ha portato alla creazione di Xerdan nel 2015.
L’obiettivo è quello di trasformare le grandi sfide in opportunità, trovando un modo migliore per vivere e prosperare, invece di essere timorosi e morire per tutti i cambiamenti in arrivo intorno a noi. La genesi di Xerdan prende avvio da anni di esperienza personale, a partire dagli anni Novanta quando la risposta ricorrente agli appelli climatici era la mancanza di dati scientifici. Successivamente, con i primi incontri dell’IPCC (Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico) e i primi dati scientifici disponibili, sono iniziate a circolare le prime voci sulla sostenibilità.
Ma il problema, come testimoniato dagli eventi e non solo dai dati, è globale e sistemico, non solo specifico e locale. Per questo Xerdan lavora sul concetto di Comprehensive Sustainability, perché la gamma di argomenti da affrontare è piuttosto vasta. Esiste la necessità concreta di trovare delle soluzioni, nella consapevolezza di dover lavorare tutti in maniera corale per trovarne di nuove ed efficaci.
Che valore ha il termine sostenibilità per Manni Group e come viene declinato?
In virtù della sua natura industriale, Manni Group ha sempre cercato di condividere con tutti gli stakeholder azioni concrete rivolte alla sostenibilità. Nel 2016 è nato ed è stato portato in Cda il programma Business Sustainability Program che viene rivisto annualmente e trova applicabilità sia in Italia che all’estero. Si tratta di un'iniziativa certificata ISO 14064, volta a ridurre l’impatto della produzione sull’ambiente secondo dei green asset, come greenhouse gas emission, scopo 1, 2 e 3. L’impegno a ridurre le emissioni di CO2 legate alla produzione, si sposa con la volontà di penetrare il mercato con prodotti a loro volta il più sostenibili possibile. A tal riguardo, Manni Group ha investito moltissimo sulle attività di Ricerca & Sviluppo, in particolare negli ultimi cinque anni. L’impegno concreto è stato quello di immettere sul mercato materiali e soluzioni architettoniche molto più sostenibili di quanto non lo fossero in precedenza. Come evidenziato dall’iniziativa “Leader della sostenibilità” del Sole 24 Ore, la volontà del Gruppo è proprio quella di dare evidenza di come i fattori suddivisi per i criteri ESG (Environmental, Social & Governance) possano contribuire a migliorare non soltanto i rendimenti economici delle imprese ma anche il benessere collettivo e sociale.
A riprova del suo impegno, Manni Group nel 2021 ha dato mandato ad un’azienda specializzata di svolgere un’analisi dei parametri ESG e formulare un rating sulla base dei KPI analizzati. Questo valore percentuale rappresenta il punto di partenza da migliorare con azioni concrete mirate al raggiungimento degli obiettivi di gruppo.
Sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Che impatto hanno sull’architettura?
Si è sempre parlato, e si continua a farlo, di sviluppo sostenibile - dice Vince Di Dato -. Ma lo sviluppo sostenibile è un concetto anni Ottanta non più in grado di rispondere alle esigenze degli eventi che ci troviamo a vivere. La vera sostenibilità è quella definita Comprehensive Sustainability che di pilastri, in verità, ne ha quattro. Oltre alla Environment, Social ed Economy (in precedenza definita Governance), si aggiunge la Cultural Sustainability, che prende in considerazione non solo le società in cui noi ci troviamo, per esempio la società produttiva occidentale, ma anche le diverse culture per definire l’approccio più corretto nell’affrontare la vita su questo pianeta.
Nei primi anni Duemila il concetto di sostenibilità era qualcosa di strano e molto lontano dalla realtà. Ora è diventato diffuso e questa è stata una grande conquista in termini di sensibilizzazione e consapevolezza.
I quattro pilastri devono portare alla definizione di obiettivi, gli obiettivi devono rispondere a degli indicatori e gli indicatori devono, a loro volta, essere misurabili con dei parametri. Ma l’aspetto importante risiede nella oggettività dei parametri, diversamente ogni azienda potrebbe valutarsi in base a parametri autodefiniti, a volte dando luogo a quello che viene definito greenwashing che poco ha a che fare con la sostenibilità e molto con l’immagine.
Siamo parte di un sistema che deve essere considerato a tutti i livelli e a tutte le scale: oggetto – progetto – produttore – società – pianeta.
Qual è stato l’approccio di Manni Group a garanzia dei dati dichiarati sulla sostenibilità?
Per dare garanzia del suo modo di agire sostenibile, Manni Group redige una relazione annuale che condivide con tutti gli stakeholder e che viene verificata da un ente esterno secondo parametri e KPI regolarmente monitorati e aggiornati. Si tratta di un’attività impegnativa per l’azienda ma essenziale per garantire trasparenza e affidabilità sul mercato, oltre che per agire realmente politiche sostenibili con risultati tangibili.
Com'è cambiata la percezione di Manni da parte di fornitori e clienti nel momento in cui la sostenibilità diventa un valore dichiarato?
La maggior parte dei fornitori di Manni Group è rappresentata da colossi mondiali che trattano materiale chimico oppure da grandi acciaierie di tutto il mondo. La scelta aziendale di Manni è stata quella di estendere la mappatura ESG al business dei principali partner strategici allineandoli rispetto alla sensibilità aziendale. Questi ultimi sono stati valutati secondo gli stessi KPI utilizzati per Manni con l’ESG rating. Si è cercato dunque di allineare il DNA sostenibile di Manni Group con quello dei principali fornitori e partner misurandolo attraverso criteri oggettivi.
Dal punto di vista dei clienti, Manni Group collabora con grossi player nazionali e internazionali che hanno messo in evidenza quanto l’azienda fosse realmente sostenibile. A tal proposito, sono stati implementati dei processi interni come il Lifecycle Assessment (LCA) e relative Environmental Product Declarations (EPD) dei prodotti principali. Non solo, spesso capita che siano le stesse aziende clienti a richiedere una mappatura della sostenibilità attraverso specifiche piattaforme. Lo score ottenuto ha permesso a Manni Group di essere certificata come azienda sostenibile e quindi di entrare in determinati mercati.
La sostenibilità diventa quindi un abilitante al business a tutti gli effetti che, però, oltre ad essere dichiarata deve essere anche dimostrata. Ad esempio, Manni Group partecipa regolarmente a progetti di costruzioni sostenibili in tutto il mondo. L’ultimo è un progetto in Ghana, nato da un contest al quale hanno partecipato centinaia di architetti. Laddove possibile, Manni Group cerca quindi di dare dimostrazioni tangibili sul proprio contributo sostenibile nel settore delle costruzioni.
Manuale operativo per nave spaziale Terra, Buckminster Fuller (1968)
“Oggi la nave spaziale Terra è nella pericolosa situazione in cui i russi sono seduti al comando di uno dei sistemi di controllo. Mentre gli americani sono seduti all'altro, i francesi controllano i motori di dritta, i cinesi quelli di babordo. Le Nazioni Unite gestiscono il viaggio per i passeggeri”.
Queste sono alcune righe tratte dall’opera di Fuller tradotta in italiano da Vince Di Dato. La traduzione è durata diversi anni e si è da subito rivelata come avveniristica, basti leggere le righe citate e rapportarle all’attuale condizione geopolitica.
Il manuale è di grande rilevanza perché evidenzia la necessità di cambiare punto di vista e di dover lavorare tutti insieme su questo pianeta per gestirlo in maniera comunitaria. Lavorare in emergenza è l’approccio sbagliato, si dovrebbe lavorare sulla sostenibilità perché è giusto farlo per il bene comune secondo un metodo razionale e creativo allo stesso tempo. È necessario leggere i dati per rispondere alle esigenze economiche, ambientali, sociali e culturali e agire di conseguenza dando ciascuno il proprio contributo.
Come sarà la sostenibilità applicata al domani? Come immaginate gli edifici e le città del futuro?
Per poter pensare a un edificio o a una città del futuro - afferma Helen Scandellari - bisogna fare i conti con quanto oggi siamo in grado di sensibilizzare le nuove generazioni che porteranno avanti quello che attualmente stiamo ipotizzando. L’obiettivo di Manni Group è quello di poter fornire oggi soluzioni in grado di coniugare caratteristiche ambientali con valori estetici che saranno l’eredità di domani. Non è un caso, infatti, che molti investimenti siano focalizzati su interventi esteticamente rilevanti come i greenroof di cui Milano è portavoce anche con costruzioni innovative come il Bosco Verticale.
L’impegno di un’azienda come Manni è quello di fornire anche soluzioni off-site, in grado di ridurre l’inquinamento, gli scarti e i rischi in cantiere, pur consapevoli che non sempre gli interventi sul parco immobiliare esistente potranno essere 100% sostenibili. L’Italia dispone di un patrimonio architettonico che è importante valorizzare ma che è difficilmente sostituibile in nome della sostenibilità. Invece, Paesi del Nord Europa presentano un assetto immobiliare differente che produce un impatto visivo diverso rispetto al quale, magari, l’esigenza può essere quella di intervenire per valorizzare le facciate mediante edilizia sostenibile che arricchisce il paesaggio.
In linea generale, comunque, la città del futuro dipenderà da quanta cura e quanta attenzione avranno le generazioni future nel continuare a realizzare soluzioni sostenibili nel modo corretto.
Un’emergenza globale come il Covid - interviene Vince Di Dato - ha messo in luce quanto le nostre città, per come esse sono state concepite centinaia di anni fa, non funzionino più. I luoghi urbani si sono trasformati in funzione di uno specifico mezzo di trasporto privato: l’automobile. I dati di maggior impatto prodotti dalla pandemia derivano dal modo in cui ci relazioniamo al lavoro, in primis a partire dallo spostamento. Varrebbe dunque la pena fare delle riflessioni e attivare un cambiamento in questa direzione.
In generale, è importante avere una visione che determina una narrativa intesa come il modo in cui racconteremo la poetica del progetto che si basa sui dati. Le città del futuro saranno diverse, molto più verdi, con edifici anch’essi verdi, molto connesse e integrate con l'ambiente circostante e quello rurale. Saremo chiamati a rifare le città rispettando sempre il pilastro della cultura e quindi dei centri storici depositari di memoria. La vita umana sarà vissuta in un continuum tra la natura e l’ambiente antropizzato, tra lo spazio privato e quello pubblico dove incontrarsi in sicurezza per socializzare.
L’invito di Fuller, urbi et orbi
“Vi invito a contribuire a vivere senza distruggere l'ambiente o i monumenti o le tracce dell'umanità attraverso i secoli, oppure senza svilire l'integrità dell'amore, la prospettiva e la creatività armoniosa”.
Un invito rivolto in primis ai progettisti, affinché il tema della sostenibilità sia sostanziato dapprima nella mentalità e dopo nel modus operandi. Dall’idea all’esecuzione, nel rispetto dell’ambiente, della socialità, dell’economicità e della cultura.