Nel contesto urbano contemporaneo, si assiste a un numero crescente di interventi di recupero edilizio e ristrutturazione. Queste operazioni non solo evitano nuove costruzioni, contribuendo a preservare il suolo, ma permettono anche di valorizzare e riqualificare il patrimonio edilizio esistente. Un tema centrale è quello della demolizione selettiva, una pratica mirata al recupero e al riciclo dei materiali. Questo approccio si basa sulla separazione dei rifiuti in frazioni omogenee, facilitando così il riutilizzo e il riciclo dei materiali derivanti sia dalle fasi di demolizione che di costruzione degli edifici.
In questo articolo approfondiremo le diverse modalità di esecuzione dello strip out, una tecnica specifica di demolizione selettiva, analizzandone i vantaggi e le implicazioni nell’ambito della riqualificazione urbana.
La demolizione selettiva è un processo accurato e mirato che si concentra sulla rimozione di parti specifiche di un edificio senza comprometterne la struttura portante.
Il suo obiettivo principale è quello di identificare e gestire in modo sicuro l'eventuale presenza di sostanze potenzialmente pericolose, come l'amianto o altre sostanze nocive, all'interno degli edifici destinati alla demolizione. Nelle specifiche tecniche di cantiere dei CAM GPP vengono esplicitati i due criteri fondamentali da seguire durante la demolizione e costruzione:
Lo strip out, nello specifico, è una tecnica di demolizione selettiva che si focalizza sulla dismissione di componenti non strutturali, come impianti e rivestimenti, al fine di preparare l'edificio per interventi successivi di ristrutturazione o riqualificazione.
Questa fase preliminare è essenziale per garantire un ambiente di lavoro sicuro e per ottimizzare il recupero di materiali da destinare al riciclo.
Nei contesti residenziali, la demolizione selettiva rappresenta una fase cruciale durante i lavori di ristrutturazione degli edifici. I vantaggi derivanti dall'utilizzo dello strip out in ambienti residenziali sono molteplici:
Ci sono anche alcuni obiettivi che le aziende del settore puntano a raggiungere andando ad incentivare la pratica della demolizione selettiva, tra i quali troviamo:
La pianificazione e l'esecuzione dello strip out richiedono attenzione e precisione per garantire la sicurezza sul luogo di lavoro e la corretta gestione dei materiali rimossi. Per condurre questa fase in modo sicuro, è fondamentale pianificare le fasi e seguire una serie di procedure e misure preventive.
Il processo di strip out si può suddividere nelle seguenti fasi:
Nella fase operativa è importante applicare quanto stabilito nella fase progettuale e monitorare costantemente le condizioni del cantiere e adottare misure correttive in caso di situazioni di rischio. Nella fattispecie:
Questa fase risulta molto utile per supportare in termini informativi il ciclo di vita della costruzione, tenendo traccia dei materiali e dei prodotti effettivamente utilizzati nella costruzione/ristrutturazione. Ne scaturisce un “database” che consente di semplificare la fase progettuale nell’eventualità di una successiva decostruzione, favorendo la percentuale di riciclo e riuso.
Seguendo queste linee guida e adottando le misure di sicurezza necessarie, è possibile pianificare e condurre lo strip out in modo sicuro, garantendo la protezione degli operatori, la corretta gestione dei materiali rimossi e il rispetto delle normative vigenti in materia di sicurezza sul lavoro e tutela dell'ambiente.
Il settore edilizio si distingue per un utilizzo intensivo delle risorse naturali e, al contempo, per la generazione di ingenti quantità di rifiuti, sia nelle fasi di costruzione che in quelle di demolizione. Secondo il Rapporto Rifiuti Speciali 2020 dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), realizzato in collaborazione con il Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA), nel 2018 in Italia sono state prodotte 143 milioni di tonnellate di rifiuti speciali, di cui oltre il 40% provenienti da attività di costruzione e demolizione.
In linea con la Direttiva europea sui rifiuti, recentemente aggiornata nell’ambito dell’iniziativa per l’“Economia Circolare”, è fondamentale adottare misure efficaci per promuovere il riutilizzo e il recupero dei materiali e dei rifiuti non pericolosi derivanti dalle attività edilizie, contribuendo così a una gestione più sostenibile delle risorse.
Esiste anche una specifica prassi di riferimento, identificata a livello normativo dalla UNI/PdR 75:2020: “Demolizione attraverso un approccio sistematico il cui obiettivo è di facilitare le operazioni di separazione dei componenti e dei materiali, al fine di pianificare gli interventi di smontaggio ed i costi associati all’intervento e recuperare componenti e materiali il più possibile integri, non danneggiati né contaminati dai materiali adiacenti, per massimizzare il potenziale di riutilizzabilità e/o riciclabilità degli stessi”.
Lo strip out, come fase preliminare alla demolizione selettiva, è soggetto a diverse normative e regolamenti che ne disciplinano l'esecuzione. Alcune delle principali normative che regolamentano lo strip out includono:
Rispettare tali normative è fondamentale per condurre lo strip out in conformità con la legge, garantendo la sicurezza degli operatori, la tutela dell'ambiente e il corretto svolgimento della fase preliminare alla riqualificazione urbana.
Nell’ambito della riqualificazione edilizia un ruolo fondamentale è svolto dalle soluzioni innovative per il rivestimento delle facciate, come il sistema ADDIMIRA di casa Isopan.
Questo sistema tecnologico consente di rinnovare l’involucro esterno degli edifici attraverso una pelle architettonica modulare, garantendo prestazioni elevate in termini di isolamento termico, resistenza agli agenti atmosferici e sostenibilità.
Grazie alla sua versatilità, i pannelli della gamma ADDIMIRA permettono di combinare diverse finiture e materiali, adattandosi a progetti di ristrutturazione e nuova costruzione con un’installazione rapida. La struttura dei pannelli consente la rimozione selettiva per interventi mirati, in linea con le esigenze della demolizione selettiva e dello strip out, favorendo il recupero e il riciclo dei materiali. Questo approccio migliora l’estetica e le prestazioni degli edifici, e soprattutto contribuisce alla riduzione dell’impatto ambientale, promuovendo un’architettura più sostenibile e circolare.