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Mobility Manager: figura chiave della mobilità sostenibile

Per ridurre le emissioni e migliorare la qualità di vita di chi abita in città, ma anche dei dipendenti aziendali, razionalizzando gli spostamenti casa-lavoro, c’è il mobility manager. Una figura preziosa, ecco perché.

Il mobility manager può contribuire a rendere più efficiente la mobilità e ridurre così le emissioni di gas climalteranti, tornate a crescere in Italia. Lo conferma Ispra, segnalando che in un solo anno (2020-2021) i valori hanno mostrato un deciso aumento (+8.5%), pur registrando una diminuzione del 20% rispetto al 1990. Trasporti ed energia hanno pesato per circa la metà sul totale delle emissioni nazionali di gas serra. Il settore dei trasporti, in particolare, ha contribuito per il 24.7% rispetto al totale nazionale.

Per provare a ridurre questo impatto, la figura del mobility manager può dare un importante contributo, sviluppando strategie per migliorare l’efficienza della mobilità delle persone. 

Il ruolo del Mobility manager 

Il mobility manager nasce nel 1998 a seguito degli impegni assunti con la firma del Protocollo di Kyoto sui cambiamenti climatici che vincolava l’Ue a ridurre al 2010 le emissioni dell’8% rispetto ai livelli del 1990. Per contribuire a questo obiettivo veniva individuata la necessità di rendere più efficiente anche la mobilità, in particolare gli spostamenti casa-lavoro degli enti pubblici con più di 300 dipendenti e le imprese con più di 800 addetti ubicate nelle città italiane più popolate, individuando per questo “un responsabile della mobilità aziendale”.

Il mobility manager ha trovato poi spazio nel mondo della scuola. La legge 221/2015 ha prescritto la figura del mobility manager scolastico “in tutti gli istituti scolastici di ogni ordine e grado”. Il suo compito è di organizzare e coordinare gli spostamenti casa-scuola del personale scolastico e degli alunni.

La figura del responsabile della mobilità ha assunto un’identità e un peso decisamente più significativo a seguito della pandemia. Con il “Decreto Rilancio” (DL 34/2020, convertito in Legge 77/2020) sono state prese decisioni utili a favorire il decongestionamento del traffico nelle aree urbane mediante la riduzione del traffico privato. Mediante questo provvedimento viene prescritto l’obbligo, per le imprese e le amministrazioni pubbliche con più di 100 dipendenti (compresi i collaboratori che lavorano stabilmente presso la medesima unità locale con contratti di appalto, servizi o similari) ubicate nelle città con più di 50mila abitanti sono state tenute ad adottare, entro il 31 dicembre di ogni anno, un piano degli spostamenti casa-lavoro del proprio personale dipendente. 

 Per realizzarlo viene valutato presupposto obbligatorio nominare un mobility manager con funzioni “di supporto professionale continuativo alle attività di decisione, pianificazione, programmazione, gestione e promozione di soluzioni ottimali di mobilità sostenibile”.

Nel Decreto Interministeriale 12 maggio 2021, in cui si delineano le modalità attuative delle disposizioni relative alla figura del mobility manager, si traccia una definizione di chi è il mobility manager. È colui che promuove, anche collaborando all’adozione del piano di mobilità sostenibile, 

“la realizzazione di interventi di organizzazione e gestione della domanda di mobilità delle persone, al fine di consentire la riduzione strutturale e permanente dell’impatto ambientale derivante dal traffico veicolare nelle aree urbane e metropolitane, tramite l’attuazione di interventi di mobilità sostenibile”.

Cosa fa il mobility manager e quanti sono in Italia

Nello stesso Decreto sono state delineate le definizioni di “mobility manager aziendale” e di “mobility manager d’area”. Il mobility manager aziendale è una figura specializzata a gestire la domanda di mobilità e promuovere la mobilità sostenibile nell’ambito degli spostamenti casa-lavoro del personale dipendente. Nel caso del mobility manager d’area tale incarico identifica una figura specializzata nel supporto al Comune territorialmente competente nel definire politiche di mobilità sostenibile, nonché svolgere attività di raccordo tra i mobility manager aziendali.

In entrambi i casi chi può essere nominato mobility manager deve avere “un’elevata e riconosciuta competenza professionale e comprovata esperienza nel settore della mobilità sostenibile, dei trasporti o della tutela dell’ambiente”. 

Come affermato da Lorenzo Bertuccio, presidente di Euromobility, l’associazione di riferimento che dal 2000 promuove la figura del mobility manager presso imprese private, enti e PA, «le due figure sono strettamente connesse: il mobility manager d’area ha un ruolo di raccordo tra i mobility manager aziendali e di supporto anche nelle attività di redazione dei piani di spostamento casa lavoro e poi della attuazione delle azioni». 

Secondo l’indagine condotta dalla Commissione del Ministero dei Trasporti sono 163 i Comuni con più di 50mila abitanti ad avere mobility manager di area a cui si dovrebbero aggiungere altri 505 mobility manager presenti nei Comuni con meno di 50mila abitanti, ma all’interno di un’area metropolitana. 

In termini di mobility manager aziendali, si stimano circa ottomila unità lavorative che se ne sono dotati. Stiamo parlando di realtà aziendali che contano circa 4 milioni di lavoratori (fonte Euromobility).

L’importanza del mobility manager

Da quanto detto sopra, si evidenzia l’importanza del mobility manager innanzitutto nel creare i presupposti per la mobilità sostenibile. Questa figura deve contribuire a realizzare interventi in grado di organizzare e gestire la domanda di mobilità delle persone, in modo da consentire “la riduzione strutturale e permanente dell’impatto ambientale derivante dal traffico veicolare nelle aree urbane e metropolitane”. 

Contare su un professionista di questo genere è importante per diversi motivi. Come prescrive la legge, il Mobility Management è requisito obbligatorio per ottenere e/o mantenere la certificazione UNI EN ISO 14001 di sistema di gestione ambientale

Un’azienda o un ente pubblico (specie se certificato EMAS) che vogliano essere competitivi non possono permettersi di non ottenerla: quindi, questo è uno stimolo importante per lo sviluppo del mobility manager. «Pur non prevedendo sanzioni per chi non si dota, le aziende comunque si stanno muovendo, anche in assenza del mobility manager di area», sottolinea il presidente di Euromobility.

L’importanza del mobility manager va comunque al di là degli obblighi di legge. 

« A livello aziendale, i vantaggi si possono cogliere sotto forma di una maggiore attenzione per le risorse umane. Inoltre, contare su una mobilità più efficiente e sostenibile permette di avere riscontri anche sotto forma di risparmi economici, ma anche contare su dipendenti più soddisfatti e meno stressati negli spostamenti casa-lavoro oltre ad avere una riduzione dei costi di sosta. Il mobility management è poi un tema inserito nei bilanci sociali e ambientali». 

Un buon piano di spostamenti che prevede azioni di car pooling, di adozione e incentivi per la mobilità ciclabile e altri interventi virtuosi possono ridurre sensibilmente le emissioni e migliorare la qualità di vita dei dipendenti.

Mobility management per la transizione ecologica: il ruolo di Manni Energy

Il ruolo del mobility manager nel redigere piani di spostamento orientati alla mobilità sostenibile rientra in un più ampio processo orientato alla transizione ecologica, di cui fanno parte integrante la produzione energetica da fonti rinnovabili, l’efficienza energetica e il carbon management. 

In questo senso, Manni Energy offre un servizio a 360° per accompagnare le aziende nel percorso verso la transizione energetica e la decarbonizzazione. In questa direzione Manni Energy offre il servizio di Mobility Management che supporta le aziende che puntano al benessere dei propri dipendenti, della propria comunità e del territorio.

Il servizio di Mobility Manager comprende:

  • Manager aziendale esterno.
  • Coaching per il Mobility Manager interno.
  • Preparazione del Piano Spostamento Casa Lavoro.
  • Creazione e somministrazione del questionario mobilità. 
  • Monitoraggio annuale.
  • Incontri per la sensibilizzazione dei dipendenti con informazione e divulgazione sul tema della mobilità sostenibile.
  • Partecipazione a bandi per l’ottenimento di linee di finanziamento.
  • Azioni di miglioramento, come noleggio operativo delle colonnine auto, convenzioni per bici elettriche etc.

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