La facciata ventilata è un sistema costituito da diversi strati, ciascuno con funzione e caratteristiche ben precise.
Nonostante lo schema di composizione sia abbastanza rigido nella disposizione degli elementi, il mercato offre molte soluzioni per garantire prestazioni che resistono alla prova del tempo.
Come detto, la parete ventilata è formata da una stratigrafia di base fissa. In sintesi, oltre al supporto murario, sono presenti almeno: un pannello isolante, una struttura portante e un rivestimento esterno.
Lo scopo di tali rivestimenti è di portare vantaggi per quanto riguarda l’isolamento termico e acustico, di proteggere i muri esterni contro l’azione di pioggia e vento, con una elevata qualità estetica.
Per raggiungere tali obiettivi funzionali, la facciata ventilata si configura come una soluzione costruttiva multistrato, in cui i vari elementi sono generalmente montati a secco.
La struttura metallica portante è fissata a sbalzo sul muro perimetrale dell’edificio, con l’uso di staffe e ancoraggi. Questo sistema costruttivo consente di assemblare i vari strati uno dopo l’altro.
Tra il muro esterno e il rivestimento è indispensabile creare un’intercapedine d’aria. Questa costituisce il cuore dal punto di vista funzionale dell’intero sistema.
Proprio la discontinuità tra il rivestimento esterno e il muro portante consente di creare le condizioni per un passaggio di aria.
In estate, la camera d’aria sfrutta l’effetto camino per diminuire l’incidenza del sole e rallentare lo sfasamento termico della parete; in inverno, con la stessa funzionalità, veicola il vapore acqueo proveniente dall’interno, mantenendo asciutte le pareti dell’intercapedine ed evitando così la formazione di condensa.
Lo strato isolante è costituito da pannelli isolanti che, se progettati e montati correttamente, garantiscono un’ottima planarità.
I pannelli isolanti devono avere le seguenti caratteristiche: traspirabilità, resistenza alla muffa, resistenza al fuoco, impermeabilità in caso di rivestimento esterno a giunto aperto.
Questo strato coibente mantiene uniformità di temperatura tra le varie zone della parete, eliminando i ponti termici.
La scelta del materiale isolante e dello spessore sono conseguenza delle diverse esigenze progettuali e di prestazioni richieste all’edificio.
La struttura di sostegno, o sottostruttura, è costituita in metallo, alluminio e acciaio inox per lo più, e collega la parete dell’edificio al rivestimento esterno.
A causa delle sollecitazioni cui è sottoposta, per via del peso del rivestimento e del vento, va correttamente dimensionata. Sulla definizione della struttura influiscono anche le condizioni ambientali in cui sorge l’edificio e le dimensioni della facciata.
Per i dispositivi di fissaggio, il riferimento è la norma UNI 11018:2003.
Esistono vari tipi di fissaggio, divisi in due grandi macro famiglie: sistemi puntiformi e sistemi diffusi. I secondi sono i più usati, perché evitano i ponti termici e scaricano il peso del rivestimento sulle strutture portanti, pilastri e solette, garantendo maggiore affidabilità.
I dispositivi di fissaggio sono anch’essi in metallo.
Il rivestimento esterno deve rispondere a requisiti estetici, oltre che qualitativi. Tra le caratteristiche previste ci sono la facilità di manutenzione, la durabilità, la tenuta all’acqua e la resistenza al fuoco.
È necessaria una buona resistenza meccanica al vento e, in generale, agli agenti atmosferici.
Queste caratteristiche sono offerte da numerosi rivestimenti:
In alcuni casi, è possibile semplificare la realizzazione della parete ventilata, utilizzando i pannelli sandwich.
Composti da due strati in metallo, che contengono un pannello isolante, vengono associati al rivestimento di facciata, con il quale creano la camera di ventilazione del sistema.
I pannelli metallici coibentati sono facili da installare, leggeri e maneggevoli. Il montaggio è rapido e può essere utilizzato anche nei casi di riqualificazione edilizia.
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