In collaborazione con: ROCKWOOL
Oggi architetti e urbanisti si trovano ad affrontare una sfida multiforme: progettare città in grado di accogliere una popolazione in crescita che siano anche in grado di resistere alle condizioni meteorologiche sempre più estreme e al contempo ridurre l’impatto sul cambiamento climatico. La dott.ssa Daniela Pasquero, Ingegnere e responsabile prodotti presso ROCKWOOLCore Solutions, spiega come i pannelli sandwich isolanti in lana di roccia possono venire in aiuto in simili situazioni.
Secondo una stima delle Nazioni Unite, entro il 2050 la popolazione mondiale sarà arrivata a quota 11, 2 miliardi e più di due terzi della gente vivrà e lavorerà in aree urbane. A fronte di simili numeri, sarà necessario uno sviluppo delle città su larga scala, accompagnato anche da un ripensamento radicale della tecnologia edile.
A livello globale, gli edifici attuali sono responsabili di un quinto delle emissioni di CO2 e di un terzo del consumo energetico operativo. Queste cifre diventano ancora più elevate in Europa, a causa delle emissioni di CO2 presenti nei materiali e della richiesta di impianti di riscaldamento, ventilazione e climatizzazione (HVAC), illuminazione e alimentazione idrica.
Per soddisfare questa crescente domanda e garantire il futuro delle nostre città, l’industria edilizia sta concentrando i proprio sforzi sulla riduzione dell’impronta di carbonio nei progetti di nuove costruzioni, come pure in quelli di ristrutturazione, e sulla necessità di applicare il concetto di circolarità per limitare al minimo l’uso delle risorse, tagliare i costi e ridurre i rifiuti.
Al momento di stabilire i materiali più idonei per la sostenibilità, è necessario mettere sempre al primo posto le prestazioni degli edifici, che devono anche resistere alla prova del tempo. In questo modo sarà possibile sfruttare al meglio l’investimento di energia e materiali necessario per la loro costruzione.
L’industria ha bisogno tuttavia di nuovi materiali che offrano il giusto livello di prestazioni e comportino al tempo stesso una minore impronta ecologica. Questo obiettivo può essere raggiunto utilizzando materiali riciclati e fonti energetiche a basse emissioni.
Ne è un esempio il prodotto ROCKWOOL LC Spanrock (Low-Carbon Spanrock), un nuovo tipo di pannello isolante in lana di roccia pensato come anima per pannelli sandwich. Questo materiale a basso contenuto di carbonio offre prestazioni identiche a quelle dello Spanrock originale. È incombustibile e ha le stesse proprietà termiche, acustiche e meccaniche. È quindi in grado di fornire sicurezza, comfort e flessibilità per un edificio che si adatta a nuovi e mutevoli utilizzi per una durata di vita utile di 80 anni o anche maggiore. Inoltre, in quanto parte di un sistema di pannelli sandwich prefabbricati, l’isolamento aiuterà l’industria edilizia a incrementare la portata e la velocità di costruzione, fornendo al contempo una finitura esteticamente gradevole.
Il prodotto è inoltre caratterizzato da emissioni di CO2 inferiori del 60% rispetto a uno standard - e questo rappresenta un grande vantaggio. Una volta che l’isolante viene combinato con la lastra metallica in un pannello sandwich, il potenziale di riscaldamento globale (GWP) del prodotto risultante è inferiore del 25% rispetto a quello di uno con un’anima di lana di roccia standard.
Questa ridotta impronta di carbonio è possibile grazie ai nuovi progressi nella produzione della lana di roccia. La lana di roccia viene realizzata utilizzando rocce basaltiche, provenienti in abbondanza da fonti vicine ai nostri stabilimenti, e fondendole insieme a scorie riciclate dalla produzione di acciaio. Questa miscela fusa viene fatta passare attraverso un dispositivo di filatura per creare fili sottili che vengono trasformati in materiale isolante. In passato per il processo venivano utilizzate materie prime vergini, riscaldate dalla combustione di combustibili fossili in un forno.
In ROCKWOOL stiamo passando a un approccio caratterizzato da basse emissioni di carbonio convertendo i nostri impianti in forni elettrici. Questo passaggio consente di ridurre in modo significativo le emissioni di CO2 del nostro processo, note come emissioni Scope 1, secondo la norma di gestione ambientale ISO 14040. L’approvvigionamento di energia elettrica da fonti rinnovabili riduce inoltre le emissioni di CO2 che rientrano nello Scope 2.
Grazie poi all’impiego di resti di lana di roccia e di scorie siderurgiche come materia prima per i nostri forni riusciamo a limitare anche le emissioni Scope 3. Infine, al termine del suo ciclo di vita, l’isolante in lana di roccia può essere raccolto e riciclato all'infinito.
Partendo da questa notizia positiva, gli architetti e i costruttori devono comunque capire come i nuovi materiali possano influenzare l’impronta di carbonio complessiva dei loro progetti edilizi. A tal fine, abbiamo pubblicato una serie di dichiarazioni ambientali di prodotto (EPD) comprendenti dati verificati in modo indipendente sull’impronta di carbonio dei nostri pannelli isolanti.
I produttori di pannelli sandwich come Isopan, che fa parte del Manni Group, possono utilizzare i nostri dati nelle loro EPD, insieme a quelli dei fornitori di lastre di acciaio o alluminio e di adesivi. Inoltre, possono ridurre ulteriormente la loro impronta di carbonio restituendo i ritagli al nostro stabilimento, in quanto la lana di roccia può essere riciclata all’infinito.
L’obiettivo finale è fornire agli architetti gli strumenti necessari per prendere decisioni informate sul biossido di carbonio presente nei materiali da costruzione e sostenerli nel loro coinvolgimento in programmi di edilizia sostenibile come BREEAM, LEED, HQE o DGNB.
Noi di ROCKWOOL siamo consapevoli di far parte della catena di fornitura dell’edilizia e di svolgere un ruolo importante nel supportare gli architetti a decarbonizzare le città del futuro. Riteniamo che con la decarbonizzazione della nostra attività e della nostra catena del valore possiamo affermarci come azienda a emissioni nette di carbonio negative, in quanto i nostri prodotti, nel corso della loro vita utile, conservano 100 volte più energia di quanta ne viene impiegata per la loro produzione. Il prossimo passo per il futuro consiste nel fornire strumenti ai nostri clienti per aiutarli a decarbonizzare i loro progetti.